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Ruvida, tenace e marchigiana: Luciana Mosconi presenta la pasta a filiera regionale

Inaugurata nella sede di Ancona la nuova linea di prodotto a filiera totalmente marchigiana

La pasta fa festa, quella marchigiana in particolare. “Luciana Mosconi”, leader nel mercato italiano della pasta all’uovo secca, inaugura la filiera 100% regionale. La nuova linea di prodotti, lanciata nella sede di via di Pontelungo ad Ancona, è frutto del progetto “E sei nelle Marche”. Si tratta di un'iniziativa che prevede la realizzazione del prodotto finale con uova fresche e semola di grano duro provenienti dalla nostra regione. «Parliamo di una filiera integrata- ha spiegato l’amministratore delegato Marcello Pennazzi- abbiamo fatto un patto di ferro basato su collaborazione e fiducia con gli agricoltori del Montefeltro, con la cooperativa agricola e con il molino per dare valore alla filiera a monte di un prodotto a largo consumo come la pasta all’uovo secca». Un patto sancito diversi mesi fa proprio tra i campi di grano nelle colline tra Marotta e Mondolfo, dove Pennazzi e la stessa Luciana Mosconi hanno parlato con i coltivatori Fabio e Pierluigi di diversi temi, tra i quali quanto e cosa resta a chi lavora il grano dopo un anno di attività. «Abbiamo deciso di dare vita a un progetto dal grande valore aggiunto che fosse capace di soddisfare tutti gli anelli della catena- ha detto Pennazzi- nessuno ha detto di no e con tutti i partner abbiamo stabilito che nessun attore della filiera deve giocare a fare il furbo più degli altri. Ognuno deve lavora con le proprie competenze e motivazioni». La filiera “made in Marche” raccoglie la collaborazione di aziende leader nel proprio settore che hanno investito nella nostra regione come il gruppo Casillo, rappresentato nell’incontro dall’ad Mimmo Casillo e la Eurovo, azienda imolese specializzata in allevamento di galline e produzione di uova. «Vogliamo scuotere il mercato e far vedere cosa c’è dietro a un pacco di pasta, dal marketing al lavoro nei campi». Il gruppo Luciana Mosconi, presieduto da Manfredo Pennazzi, conta sul lavoro di 70 persone in due strutture di complessivi 26mila metri quadrati, di cui 16mila coperti, che producono 650 quintali di pasta al giorno. «Siamo innamorati della nostra terra- ha concluso Marcello Pennazzi- la nostra pasta è ruvida, tenace e marchigiana come dice lo slogan. Questa è la seconda firma del nostro prodotto, 20 anni fa poteva sembrare un “minus”, ma oggi non è più così e vogliamo gridarlo ancora più forte». 

Al lancio della nuova linea di pasta c’erano anche il presidente della Regione Luca Ceriscioli, il vicesindaco di Ancona Pierpaolo Sediari, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Rodolfo GIampieri, l’assessore regionale all'agricoltura Anna Casini, il prorettore dell’Università Politecnica delle Marche Gianluca Gregori, il direttore commerciale Eurovo Federico Lionello, il responsabile dell’Istao Valeriano Balloni. «Ricordo mia nonna che comprava la farina al mulino e con le sue mani creava una magia fantastica, qui ritrovo molto di questo- ha detto Ceriscioli- c’è un intreccio magico che ci riporta all’infanzia ma ci proietta al futuro». Sediari ha promesso il supporto del Comune di Ancona all’azienda: «Non sempre l’aiuto va interpretato come “favore”- ha detto il vicesindaco- questo meccanismo spesso blocca le azioni quotidiane che possono sviluppare una città. In un quadro di legittimità invece il ruolo del Comune è quello di aiutare aziende come questa». Casillo ha ricordato che le Marche sono il terzo produttore di grano duro in Italia dopo Puglia e Sicilia: «In Italia abbiamo però problematiche legate a un eccesso di offerta e questo schiaccia la filiera».  Lionello ha presentato l’investimento nel fermano di un mangimificio e un allevamento di 350mila galline che producono 300mila uova al giorno. Un innesto di imprenditorialità che ha spinto Anna Casini ad affermare che: «Le Marche danno dipendenza, chi arriva qui resta incantato e crea sia rapporti di amicizia che di lavoro. Spiegare le Marche non è facile- ha spiegato l’assessore- abbiamo bei paesaggi, che però senza gli agricoltori non sarebbero così». Gregori ha applaudito al concetto di “filiera” che ha superato quello di "singola impresa": «Per valorizzare un prodotto occorre coinvolgere nella filiera anche la grande distribuzione». Balloni ha invece riconosciuto l’esigenza di stimolare l’imprenditorialità creativa: «Credere nella collaborazione aperta e tornare alla cultura della tradizione». 


 

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