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Consorzio Marche Biologiche protagonista a Verona: parola d'ordine "filiera"

Investire su tecnologia e conoscenza per sostenere la filiera biologica agroalimentare ed incrementare la sua capacità di competere. E’ la strada che sta percorrendo il Consorzio Marche Biologiche, protagonista questa mattina al B/Open di Verona

Investire su tecnologia e conoscenza per sostenere la filiera biologica agroalimentare ed incrementare la sua capacità di competere. E’ la strada che sta percorrendo il Consorzio Marche Biologiche, protagonista questa mattina al B/Open di Verona, rassegna dedicata al bio food, di un seminario sulla promozione delle filiere di grano biologico.  

«Dedicarsi al biologico, settore in forte crescita, ed in particolare alla produzione di pasta, all’interno di un progetto di filiera territoriale – ha esordito Francesco Torriani, presidente del Consorzio - rappresenta una sfida, ma anche una preziosa opportunità di fare impresa rispettando i canoni della sostenibilità economica, ambientale e sociale. Sinora abbiamo conseguito ottimi risultati, riuscendo a qualificare l’offerta e a valorizzare il lavoro delle aziende associate che, da sole, coprono tutto il ciclo produttivo: dalla coltivazione al prodotto finito. Ma c’è ancora molto da fare per rafforzare la cooperazione e favorire l’integrazione con altri attori della filiera, penso ad esempio ai distributori. Per questo siamo impegnati ad investire sia nella produzione agricola, a partire dalla selezione di nuove varietà di grano duro che meglio si adattano al sistema di coltivazione biologico, che nei servizi alle aziende agricole, dalla formazione ai servizi di consulenza. Investimenti fondamentali per migliorare l’aspetto organizzativo e le performance di un comparto, sempre più chiamato a coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica».

«I prodotti bio di filiera – ha proseguito Torriani – rappresentano una garanzia per il consumatore e per questo stiamo assistendo ad un aumento della domanda. Dobbiamo però essere pronti a gestire l’incremento delle produzioni, garantendo al contempo la copertura dei costi e un giusto profitto a tutti gli attori coinvolti, a partire dai produttori agricoli che della filiera sono notoriamente l’anello più debole. In questo contesto l’elemento distintivo sta nella capacità di innovare, organizzare e professionalizzare un settore, che deve essere in grado strutturarsi in chiave sempre più moderna ed investire nel sapere aziendale». 


 

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