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Marche in zona arancione: gli scenari in vista della nuova ordinanza

Intanto circola da giorni anche l'ipotesi di ampliare le zone rosse locali per fermare le varianti che stanno facendo riprendere piede all'epidemia in alcune zone, creando focolai difficili da controllare

Sono sei le regioni italiane che rischiano la zona arancione, mentre l'Abruzzo rischia la zona rossa. E ci sono altre cinque regioni o province autonome in bilico con numeri preoccupanti. Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Marche potrebbero finire nell'area a restrizioni intermedie dopo il report aggiornato dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute e con l'ordinanza del ministro Roberto Speranza attesa per domani, venerdì 19 febbraio. A queste potrebbero aggiungersi Basilicata, Molise, Umbria, Liguria e provincia di Trento (queste ultime due sono già in zona arancione). Ieri il bollettino della Protezione civile ha registrato 12.074 nuovi contagiati e 369 vittime. Ma cosa dicono i numeri settimanali sull'epidemia?

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L'ampliamento delle zone rosse per fermare la variante inglese 

Circola da giorni anche l'ipotesi di ampliare le zone rosse locali per fermare le varianti che stanno facendo riprendere piede all'epidemia in alcune zone, creando focolai difficili da controllare. Si tratta di un'ipotesi a cui si sta già lavorando in Abruzzo e nelle Marche, dove i comuni limitrofi alle zone rosse intorno a Pescara e Ancona rischiano. Il regime deve essere simile a quello scattato in tutta Italia nel marzo scorso: chiuse le scuole e i negozi - ad eccezione di alimentari, farmacie, edicole e tabaccai -, consentito ai cittadini di uscire solo per motivi di necessità e urgenza. Provvedimenti eccezionali per evitare che sia l’intero Paese a dover essere chiuso. È questa l’eventualità che si cerca di scongiurare.

Un'altra ipotesi che circola dalle parti del ministero è quella di portare tutta l'Italia in zona rossa o arancione durante il week end, secondo lo schema del lockdown soft o duro che funzionava a Natale durante i festivi e i prefestivi. Si tratta ancora di un'ipotesi allo studio da implementare eventualmente prima che la variante inglese porti il paese nella Terza Ondata dell'epidemia di coronavirus. 

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