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Le Winx conquistano Netflix, il creatore Straffi: «Il successo? Voler essere una di loro»

Il creatore delle Winx racconta com'è nato il progetto legato alla serie di successo Fate, online dal 22 gennaio su Netflix. Il successo è stato immediato ed è già stata confermata la seconda stagione

Le mitiche Winx di Iginio Straffi sono cresciute e dal 2004 ad oggi hanno fatto tantissima strada. Da Loreto sono "volate" in 150 paesi nel mondo. Eroine di milioni di bambine e bambini, si sono trasformate presto in star di musical, film, parchi a tema e sono diventate protagoniste di una serie live action uscita il 22 gennaio su Netflix dal titolo "Fate, the Winx saga". La prima stagione ha avuto un successo incredibile, è entrata nella top ten delle serie più viste in streaming con oltre 670 milioni di minuti visualizzati ed è già stata confermata la seconda stagione.

Fate: la serie su Netflix ispirata alle Winx

Realizzata insieme all'autore Brian Young (autore anche di The Vampire Diaries), la serie racconta le avventure di cinque fate che frequentano Alfea, il collegio di magia di Oltre Mondo. Le protagoniste, puntata dopo puntata, imparano a gestire i propri poteri magici mentre affrontano l’amore, le rivalità e i mostri che minacciano la loro esistenza. Dietro il successo delle fate adolescenti c'è la mente di Straffi (foto in basso) che a capo della sua azienda, la Rainbow, pensa, progetta e realizza successi planetari come questi. Sulla base della grande popolarità del cartone in tempi non sospetti Netflix si è avvicinata all'azienda di Loreto: «Il primo contatto - spiega Straffi - è avvenuto agli albori di Netflix. Ci hanno chiamato per acquistare la library dei cartoni animati delle Winx. Visto il grande successo, ci hanno chiesto di creare un prodotto originale e così è nata World of Winx "Wow" dove le protagoniste del cartone a puntate erano impegnate a svolgere un viaggio segreto nel mondo per realizzare i sogni dei bambini di maggior talento. La partnership è cresciuta pian piano, fin quando non ci siamo incontrati con i responsabili della sede americana e abbiamo pensato di realizzare una serie con attrici in carne ed ossa. Nel frattempo la piattaforma è cresciuta moltissimo, abbiamo puntato sul potenziale di Netflix e gli abbiamo dato fiducia. Ho sempre aspirato a creare un prodotto del genere ma non volevo farlo con un budget limitato o con produzioni italiane o tedesche che potessero limitare geograficamente la diffusione del progetto». La scommessa è risultata vincente: «E' stata una grande soddisfazione per me - prosegue il papà delle fatine - con il senno di poi ci sono delle cose che avrei fatto diversamente, ma devo dire che nel complesso è stata un'esperienza molto positiva. Inoltre, avendo acquisito la Colorado Film nel 2017, questo successo ci condurrà alla produzione di  nuove serie live action in futuro».iginio staffi-2

Le differenze tra serie e cartoon 

Quello che balza subito all'occhio è che, rispetto al  cartone, la serie Netflix si rivolge ad un pubblico di giovani adulti. Ma la scelta non è casuale. «Era tutto nei piani - spiega Straffi - Sono passati 17 anni dal debutto delle fatine e il pubblico che guardava il cartone è cresciuto. E' a loro che mi rivolgo, il mio target è dai 20 ai 30 anni. L'obiettivo era costruire una storia che avesse un aspetto di veridicità. Il pubblico delle Winx, nei cartoni come nella serie, deve rispecchiarsi nei personaggi. Come canta la sigla della prima stagione "Se tu lo vuoi, tu lo sarai, una di noi"». Il lavoro di scrittura della trama e degli archi narrativi è durato un anno: «E' un racconto character-driven - prosegue - ed è guidato dalla forza dei personaggi e dalla protagonista, Bloom, una studentessa e una fata diversa dalle altre ragazze che popolano la scuola di addestramento per fate di Alfea. Ci sono complessi intrecci tra le protagoniste, i genitori, gli insegnanti, i fidanzati e gli amici».

Il successo delle Winx

Straffi ragiona sul segreto che ha reso planetario il fenomeno delle fatine: «Nel 2004 - dice - abbiamo fatto un salto di immaginario supereroistico. Allora c'erano quasi solo prodotti come i Pokemon destinati ad un pubblico di giovanissimi maschi. Portare sul mercato una storia di ragazzine vincenti, che possono fare a meno delle figure maschili, è stato un atto pioneristico. Oggi c'è quasi un surplus di queste figure, ma allora non era così. Le donne forti erano un unicum».

Il successo della serie sulla piattaforma streaming, inoltre, ha corrisposto ad un incremento di profitti in altre categorie dell'azienda. «Siamo agli inizi - spiega il Ceo della Rainbow - la serie è uscita da un mese ma con gli ascolti record ci siamo resi conto che il fenomeno di Fate si rispecchiava anche verso atri target. Dai musical al film per il cinema, ci sono state richieste dappertutto. Sono certo che vedremo una crescita di ritorno nei prossimi mesi. Intanto abbiamo un'altra serie animata in produzione (non relativa alle Winx) per le reti Rai e per le altre tv del mondo nostre clienti».

Il futuro

Su anticipazioni e progetti in cantiere Straffi non anticipa molto, se non che «c'è un grosso sforzo nella produzione della seconda stagione di Fate. Posso solo dire che arriverà qualcuno di molto atteso dai fan. Forse saranno più di uno i personaggi importanti del cartone che saranno presenti nelle prossime puntate. (Si potrebbe ipotizzare la comparsa di Tecna, la fata della tecnologia, grande assente della prima stagione ndr)». Confermato infine il cast delle giovani attrici: Abigail Cowen (Bloom), Hannah van der Westhuysen (Stella), Precious Mustapha (Aisha), Eliot Salt (Terra), Elisha Applebaum (Musa)

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