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Ecco le Perseidi: «Quando e dove guardare per il clou dello spettacolo»

Davide Ballerini, presidente dell'Associazione Marchigiana Astrofili e direttore dell'osservatorio di Pietralacroce, spiega come si formano le stelle cadenti. Quando e in che direzione guardare per non perdere il clou dello spettacolo

ANCONA - Notte delle stelle cadenti in arrivo, quest'anno però con il "dispetto" della luna. La presenza della luna piena e la relativa luminosità, infatti, renderà visibile solo parte del fenomeno. «L'intensità del fenomeno si aggira a uno o due meteoriti al minuto, ma quest'anno con la luna piena il 12 agosto, da un fenomeno di 50 o 100 meteore all'ora, ne vedremo circa 20 all'ora» spiega Davide Ballerini, presidente dell'Associazione Marchigiana Astrofili. 

Il mito sfatato

Quelle che vedremo partire da questa sera, cielo permettendo, non sono stelle cadenti. No, le stelle non cadono. La scia luminosa che fa sognare grandi e piccini è dovuta a un fenomeno ben preciso: «Si tratta di granelli di polvere e roccia, chiamati “meteore”, della dimensione di un millimetro che viaggiano a un’altezza compresa tra i 50 e i 100 chilometri a una velocità che può arrivare a 200 mila chilometri orari- spiega Davide Ballerini, presidente dell’Associazione Marchigiana Astrofili e direttore dell’osservatorio di “Senigalliesi” di Pietralacroce- gli atomi di questi granelli, impattando con le molecole dell’atmosfera perdono elettroni, si “ionizzano” e lo stesso granello perde anche massa». Falso mito numero due, le stelle cadenti (Perseidi), non compaiono solo la notte di san Lorenzo. Il fenomeno inizia: «ma il clou lo avremo la notte tra l’11 e il 12 agosto tra le 22 e le 4 del mattino- spiega Ballerini- durante la massima intensità sarà possibile vedere 1 o 2 meteore al minuto». Per non perdere il meglio dello spettacolo, l’astrofilo spiega anche come posizionarsi: «Bisogna stendersi con le spalle rivolte verso la costellazione di Perseo, a nord/nord-est, e le gambe rivolte verso sud. Guardare in alto e godersi lo spettacolo».  

Perché si chiamano Perseidi 

Il nome deriva dal radiante. Si tratta del punto in cui, tracciando le scie disegnate in passato dalle meteore, si vedrà che tutte si incrociano nel punto esatto dove si trova la costellazione di Perseo. «L’orbita della terra, il 12 agosto, va a incrociare quella della cometa Swift-Tuttle, la stella che lascia i detriti- spiega Ballerini- detriti che vengono attratti dalla gravità generando il fenomeno». 

Perseidi, la cena - evento
 

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