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Molto più di una Spa: ecco “Marco Post”, la sfida di un’anconetana al Covid

Un’idea di bellezza a trecentosessanta gradi nata proprio durante lo scoppio di una pandemia. Così l'imprenditrice Annalisa Antonicelli racconta la sua creazione tra aneddoti e sogni futuri

Dal lato lo scoppio di una pandemia, con tutta l’incertezza che ne è derivata. Dall’altro una mamma laureata in Economia e amministrazione delle imprese, estetista da sette anni. La sfida dell’imprenditrice anconetana Annalisa Antonicelli al Covid nasce a marzo 2020 e culmina nella creazione di “Marco Post Ancona” un salone di bellezza o centro anti-age, che dir si voglia, che utilizza un metodo completamente naturale pronto ad avvolgere a trecentosessanta gradi i propri clienti:

«Ho deciso in un periodo di grande difficoltà di rimettermi in discussione studiando in maniera assidua per andarmi a specializzare nel mio settore. Credo nella diversificazione e nell’Eccellenza dei risultati perché non mi è mai piaciuto essere definita solamente come estetista. Ognuno di noi deve avere dei tratti distintivi per essere riconosciuto e riconoscibile. Ai nostri clienti vogliamo offrire un sostegno totale, naturale e completo che possa basarsi su uno stile di vita sano e sull’equilibrio tra vari elementi fondamentali. Così nasce Marco Post».

Marco Post, inoltre, è anche un metodo. Un metodo che si fonda su alcune prerogative molto importanti: «Abbiamo l’obiettivo di aiutare le persone creando un lifestyle, un vero e proprio stile di vita da seguire, un percorso da fare per rimanere giovani il più a lungo possibile. In dotazione abbiamo alcune particolarità come un lettino speciale per la colonna vertebrale e proponiamo trattamenti specifici per viso e corpo in abbinamento. Grande attenzione è rivolta anche all’educazione alimentare e in questo caso ci avvaliamo della preziosa collaborazione di un medico come Antonio Pacella che è tra i migliori nel suo ruolo. Nel nostro caso ha fatto la differenza la passione, la voglia di avere coraggio credendo di poter cambiare rimettendosi in discussione. Rimanere fermi non è un’opzione contemplabile, alle mie collaboratrici cerco di trasmettere questa filosofia».   

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