Un libro che sa di appartenenza: «Vi racconto la mia “Sappanico” per restituirle le proprie radici»
Marco Marconi presenta l’opera “Sappanico” tra racconti, aneddoti e fotografie inedite della storica frazione alle porte di Ancona
ANCONA- Un libro che parla di radici, di comunità e senso di appartenenza. Che tocca le corde dei sentimenti rievocando un passato emozionante e tutto da rivivere attraverso racconti, fotografie e aneddoti. La maggior parte di essi inediti, rimescolati per la prima volta per essere tramandati alle nuove generazioni facendo rinascere quello spirito “comune” che è andato perdendosi con il trascorrere degli anni.
E’ con queste prerogative che Marco Marconi, per quarant’anni funzionario presso il Tribunale di Sorveglianza del capoluogo e tuttora Giudice sportivo per il calcio provinciale (tifosissimo, tra le altre cose, dell’Ancona), presenterà sabato 14 maggio (ore 17) il suo libro “Sappanico – Storia di un paesino anconetano dallo Stato Unitario alla fine del ‘900” (nella foto sotto la copertina, ndr). Da sappanichese doc lo farà nel circolo “Pro Sappanico” della storica frazione alle porte di Ancona alla presenza di tanti ospiti, tra cui il primo cittadino Valeria Mancinelli:
«Ho provato a sviluppare il racconto della storia di una comunità, più che del paese, saltando a piè pari la storia del Castello costruito nel XII secolo, dei suoi assedi e delle distruzioni cui andò incontro, perché avrei rischiato di fare una enunciazione di date, episodi, capitani di ventura senza poter raccontare la vita della gente che lo abitava – ha spiegato Marconi - La scelta della data del 1860 come inizio, è un po’ una mediazione tra l’esigenza di dare comunque spazio alla Storia, quella con la “S” maiuscola, che incise marcatamente anche in quella del piccolo Borgo, ma seguendo il filo della memoria tramandata che la gente del paese ha contribuito a conservare. Numerose sono le fotografie che accompagnano il racconto, tutte molto interessanti ed alcune pezzi unici».
Non mancano le curiosità: «Il tutto nasce da una chiacchierata tra i soci storici del circolo. Cerchiamo di mettere per iscritto i nostri ricordi per le prossime generazioni, per chi ci sarà tra trenta o quarant’anni. Vogliamo restituire a Sappanico il senso di comunità, le sue radici, la sua cultura. Ecco perché non ci siamo orientati su una ricostruzione storica. Ognuno di noi ha tracciato un ritratto dei sappanichesi, del loro carattere e dei loro sacrifici. Qui la luce elettrica è arrivata negli anni ’20, l’acqua corrente nel 1950 e le strade erano uniche nella loro particolarità. Pensate che una volta per arrivare ad Ancona servivano due ore di cammino visto che la porta della città era Porta Pia. Oggi sono sufficienti cinque minuti per arrivare al Pinocchio. La Sappanico del presente? Le cose sono cambiate, lo spopolamento degli anni ’50-’60 ha privato l’anima del paese. Con questo libro cerchiamo di ridarle radici comuni, proprio come una volta».