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L’odio si traveste da amore, l'incubo è in casa: «Non abituatevi a essere maltrattate»

La campagna informativa della polizia contro la violenza sulle donne ha fatto tappa in piazza nel giorno di San Valentino

ANCONA - Samira (nome di fantasia) era arrivata al punto di accettare qualunque tipo di vessazione dal marito, perché non aveva abbastanza soldi per lasciare quella casa maledetta né qualcuno a cui rivolgersi. Subiva umiliazioni e maltrattamenti fisici, ma non poteva scappare. La polizia, attraverso una rete antiviolenza, l’ha aiutata a uscire da quell’incubo. E proprio i poliziotti, nel giorno di San Valentino, sono scesi in piazza per incontrare i cittadini e informarli su cos’è, come si riconosce e come si affronta un amore malato. La campagna informativa “Questo non è amore” ha fatto tappa in piazza d’armi, dove gli agenti della questura di Ancona hanno incontrato la cittadinanza diffondendo volantini e dépliant (GUARDA IL VIDEO). Sui fogli, una serie di indicazioni per rispondere a una sola domanda: “Come riconoscere quando si è in pericolo? Le risposte infatti non si fermano alle aggressioni fisiche, che rappresentano la classica punta dell'iceberg: telefonate continue, minacce, umiliazioni anche nei confronti dei figli, offese sono i segnali che, se colti in tempo, possono evitare il peggio.

La campagna

La presenza del furgone della polizia ha attirato l’attenzione di numerose persone che si sono avvicinate agli agenti per chiedere cosa fosse successo in piazza. Nulla. Il pericolo di un falso amore che, nascosto dietro le mura domestiche, distrugga la vita di una donna è però sempre dietro l’angolo. Ecco dunque quattro chiacchiere in libertà, con le donne che hanno ricevuto il volantino con le indicazioni multilingue per riconoscere quando la situazione diventa davvero pericolosa. Gli agenti impegnati nella campagna informativa hanno distribuito il materiale anche tra i banchi del mercato. A coordinarli sul posto c’era l’ispettore superiore della questura di Ancona, Roberta Taccardo: «Spesso la donna si abitua ad essere maltrattata, giorno dopo giorno subire costantemente un comportamento umiliante è già un primo passo verso la violenza» ha spiegato la Taccardo. «Il primo passo è quindi avere consapevolezza di ciò che una donna è e di quanto vale, e che quindi ha diritto a essere amata e rispettata». Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario è stato il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Ancona, Sergio Sottani, ha richiamare l’attenzione sul fenomeno in crescita della violenza di genere. L’approccio sta tuttavia cambiando: «La campagna messa in atto da diversi anni sta dando i suoi frutti, le donen sono più consapevoli e pronte a dare battaglia per opporsi a queste vessazioni. L’uomo, da parte sua, ha acquisito una maggiore consapevolezza che l’atteggiamento così autoritario non è più accettato». 

Gli strumenti

La legge ha messo a disposizione delle donne nuovi strumenti. Dal “Codice Rosso” all’ammonimento del questore. Quest’ultimo può essere attivato, oltre che da un testimone o dalla vittima, anche dalla stessa forza di polizia che può allontanare immediatamente l’autore dall’abitazione dove si sono realizzate le condotte violente. Esiste anche il “protocollo Eva”, la procedura che codifica le modalità di intervento nei casi di liti in famiglia. Nella banca dati delle forze dell’ordine viene inserita una serie di informazioni utili a ricostruire tutti gli episodi di violenza domestica. Prima di giungere sul posto, la volante è in grado di conoscere tutte le informazioni per gestire la situazione conflittuale. 

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