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Polizia penitenziaria, sindacati marchigiani disertano le celebrazioni: «Altro che festa, qui è un funerale»

Da quest'anno la festa del Corpo di polizia penitenziaria viene fatta in un solo istituto per ogni Regione. Alcune sigle non partecipano per protestare contro le condizioni di lavoro

ANCONA - Oggi si tiene la festa per i 205 anni dalla nascita del corpo di polizia penitenziaria ma alcune sigle sindacali marchigiane (Sappe, Osapp, Sinappe, Uilpa, Uspp, Cgil e Cnpp) hanno deciso di disertare l'iniziativa. Da quest'anno la festa del corpo viene fatta in un solo istituto per ogni Regione e si è scelto quello di Ascoli Piceno. 

«Non c'è nulla da festeggiare - dicono i sindacati - la situazione negli istutiti penitenziari è allarmante» e ancora aggiungono: «Non comprendiamo perché durante la nostra festa si prediliga la disamina sulla realtà delle carceri e sulle possibili riforme di intervento piuttosto che valorizzare il ruolo di corpo di Polizia dello Stato dei Baschi azzurri. La realtà è che continuano ad aumentare gli episodi violenti all’interno delle carceri, con il regime penitenziario “aperto” e la vigilanza dinamica, ovvero con la conseguente riduzione del personale a fronte di un incremento dei detenuti “liberi” per più di 8 ore al giorno e costretti ad oziare, la situazione si è ulteriormente aggravata». Più che anniversario della nascita del corpo di polizia penitenziaria «viviamo quotidianamente la celebrazione del funerale» che «ogni giorno “viene assassinato” dopo ogni aggressione, dopo ogni vessazione da parte di una popolazione detenuta sempre più fuori controllo, il tutto sotto l’inerzia dei vertici centrali e degli organi di Governo».

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