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Al cinema senza bevande e pop-corn, il grido dei gestori: «Sempre più penalizzati»

Guido Pucci della Cgil ha spiegato la delicata situazione dei cinema in controtendenza con la ripartenza del settore svago

ANCONA - Mentre il mondo dello “svago” e del divertimento sta ripartendo sempre più a caccia di quella normalità sopita nel periodo Covid e post-Covid, i cinema stanno vivendo un paradosso molto particolare. In virtù delle vecchie regole ancora vigore, l’intero comparto risulta tra i più penalizzati. Per vecchie regole si intende quella serie di norme, in particolare, che limita il consumo di cibo e bevande all’interno. Vero introito per la categoria. Con Guido Pucci della Cgil, segretario generale della Slc (Sindacato lavoratori comunicazione), abbiamo provato a fare il punto della situazione mettendo a nudo la problematica:

«C’è una situazione molto strana, un vero e proprio paradosso e posso garantire che la preoccupazione è crescente nel mondo dello spettacolo. Per quel che concerne il cinema sono rimasti quelle vecchie regole che, seppur tornati alla capienza auspicata e ad una decrescita della curva, frenano gli spettatori dall’andare a vedere un film. Mi riferisco, in particolare, al consumo vietato all’interno delle sale per motivi pandemici e di prevenzione di caramelle, pop corn, snack, bevande e via dicendo. Considerate che sono l’introito principale per le strutture perché solo dal biglietto del film si ricava poco. A tutto questo va aggiunto il tema dei costi energetici con i vari rincari. Si rischia di mettere un intero settore il ginocchio».

La battaglia sta proseguendo a livello istituzionale nella speranza che qualcosa possa cambiare anche a livello generale: «Partendo dal basso stiamo cercando di sollecitare il problema che, secondo quanto descritto, potrebbe rivelarsi estremamente grave. Un altro aspetto da salvaguardare, più generale, riguarda il rapporto cinema-piattaforme. Pensate che in Italia, a differenza di altri stati, dopo soli pochi giorni che un film usciva nelle sale era già disponibile sulle piattaforme. Il Covid, sicuramente, ha inciso su questa cosa ma il colpo inferto agli operatori è stato micidiale». E in ultimo: «L’auspicio è quello di ottenere un miglioramento sostanziale per Pasqua, sperando che le cose possano migliorare globalmente. Parliamo già di un settore borderline negli ultimi anni, se a ciò aggiungiamo i rincari, le restrizioni e tutto il resto rischiamo di vederlo chiudere i battenti».

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