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Pazienti senza Covid ricoverati insieme ai positivi, le ferie sono un incubo: operatori sanitari in protesta

La manifestazione di questa mattina davanti all'ingresso dell'ospedale di Torrette

ANCONA - Pazienti Covid asintomatici ricoverati nei reparti dove si trovano persone con altre patologie. Protocollo pienamente rispettato, sì, ma l'organizzazione del lavoro preoccupa gli operatori sanitari di Torrette. E' solo uno dei temi emersi nella manifestazione di questa mattina davanti all'ingresso vecchio dell'ospedale. Gli altri sono quello, annoso, del personale ridotto e della gestione delle ferie: se qualcuno va in vacanza, dicono i rappresentanzi sindacali, ci sono operatori costretti a turni aggiuntivi e straordinari. Tradotto: accumulano un'eccedenza oraria non facilmente recuperabile. 

«Personale allo stremo»

Va giù pesante Matteo Rignanese, sindacalista Rsu in quota Nursind: «Siamo alla quinta ondata, ma a livello organizzativo sembra di essere alla prima. Oggi l'azienda si vanta di aver garantito le ferie estive, ma non dice a quale prezzo. Ci sono stati colleghi che hanno lavorato 15 giorni di seguito con 3 notti consecutive». Personale, dunque, allo stremo. «C'è stato un grande senso di dovere- spiega la coordinatrice Rsu, Laura Cesari- doppi turni, salti riposo e prestazioni aggiuntive». Sulla stessa linea Maria Elisabetta Megna (Cgil): «Ferie garantite, ma a discapito di chi resta a lavorare». Servono assunzioni stabili anche per Luigi Ionna, segretario provinciale Fials: «Si aprono servizi e reparti nuovi, ma senza pensare che serve personale. Ci sono assunzioni a tempo determinato, senza garanzia di futuro e l'azienda si rifiuta di fare le stabilizzazioni che per legge devono essere fatte». Attenzione richiamata anche sui turni di "pronta disponibilità", che a detta dei sindacalisti risultano di gran lunga superiori al numero pro-capite mensile indicato nel contratto. 

Pazienti Covid 

«I protocolli in questo ospedale sono rispettati per quanto riguarda vestizione e presìdi-spiega Maria Rossi (Rsu-Uil)- con la presenza di pazienti Covid positivi asintomatici abbiamo però un problema di assistenza mancata o limitata verso chi ha altre patologie. C'è un discorso di vestizione e svestizione, minuti che si perdono  considerando che a volte bisogna  entrare in due nelle stanze dei pazienti». Serve personale dedicato, spiega la Megna: «Finché i pazienti sono pochi c'è la complessità nella vestizione, che riguarda la sicurezza dei pazienti e degli stessi operatori. Quando il numero aumenta, la mancanza di zone filtro fa sì che l'assistenzialità da garantire parimenti al paziente positivo e non diventa più complessa». 

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