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8 x mille, l'Orto del Sorriso al centro della campagna informativa CEI

Dal 2015 l’Orto del Sorriso offre risposte e soluzioni creative al problema della povertà e alla mancanza di sbocchi lavorativi

Passa per Jesi la campagna dell'8 x mille della Conferenza Episcopale Italiana. Su un terreno donato da un privato alla Caritas, è sorto l’Orto del Sorriso che, dal 2015, offre risposte e soluzioni creative al problema della povertà e alla mancanza di sbocchi lavorativi, nel territorio diocesano, mediante la coltivazione di prodotti agricoli locali di qualità. Qui disoccupati, tirocinanti e soggetti svantaggiati costituiscono la forza lavoro e trovano una reale possibilità di inserimento professionale. All’impegno della Diocesi si è aggiunto quello dell’intera comunità, divenuta protagonista attiva dell’iniziativa mettendo a disposizione, in comodato d’uso gratuito, aree marginali in stato di abbandono o degrado.

Sostenuto nel primo triennio con 70.000 euro provenienti dai fondi 8xmille alla Chiesa cattolica, questo progetto di agricoltura solidale coniuga la formazione e il recupero delle tradizioni contadine, grazie ad un percorso sul “campo”, assicurato dal coinvolgimento degli anziani esperti che condividono il proprio “sapere contadino” con le nuove generazioni. «Il nostro progetto ha preso corpo in tre passaggi successivi – spiega Matteo Donati, Presidente della Cooperativa Orto del Sorriso - Dopo l’avvio dell’orto siamo stati supportati, per tre anni, da una cooperativa che fa capo alla Caritas per gli aspetti gestionali ed amministrativi e, una volta rodata la macchina organizzativa, abbiamo costituito nel 2019 l’attuale cooperativa sociale agricola. Oggi l’Orto del Sorriso è una piccola impresa, dedita a coltivazioni biologiche nei circa 15 ettari di terreno situati nella campagna jesina che coinvolge una ventina di persone che con impegno e passione si dedicano all’attività agricola. Se non ci fosse stata la possibilità di accedere ai fondi 8xmille sarebbe stato impossibile avviare l’Orto che, ormai, si è affermato come un progetto di eccellenza tanto che siamo stati coinvolti dalle vicine Diocesi di Ancona e Fabriano per avviare iniziative analoghe». Filiera corta e produzione a chilometro zero sono i tratti distintivi dell’orto, fortemente voluto dalla Caritas diocesana di Jesi per fare fronte al perdurare e all’evolversi della crisi economica che ha determinato un crescente impoverimento dei nuclei familiari. I prodotti della terra vengono coltivati nel rispetto delle tecniche contadine senza l’utilizzo di fertilizzanti chimici. «Siamo orgogliosi di rappresentare un punto di riferimento importante nel territorio diocesano. Le persone che lavorano con noi sono persone come me. – aggiunge Matteo Donati - Ognuno con il proprio pezzo di vita cucito addosso. C’è chi proviene da percorsi anche difficili, legati al mondo del carcere o della tossicodipendenza. Su 20 ragazzi che compongono la nostra squadra 7 sono assunti, 7 sono tirocinanti mentre 6 sono detenuti in semilibertà provenienti dalle vicine carceri di Barcaglione e Montacuto, inseriti in un programma di inclusione sociale».

«La nuova campagna ruota intorno al ‘valore della firma’ e a quanto conta in termini di progetti realizzati – afferma il responsabile del Servizio Promozione della CEI Massimo Monzio Compagnoni – Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà. È autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. Grazie alle firme di tanti cittadini la Chiesa cattolica ha potuto mettere a disposizione del Paese un aiuto
declinato in moltissime forme».

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