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Diodato show, suntuoso Bianconi e intimo Fabi: i grandi cantautori sul palco della Mole

Si chiude il festival La mia Generazione con uno spettacolo che ha tenuto incollati alle sedie gli spettatori fino a tarda sera. Sul palco c'è spazio anche per la fotografia con i racconti del grande Guido Harari

Ieri ad Ancona si è tenuta la seconda ed ultima serata del festival La mia generazione. Uno spettacolo unico, nella location della Mole Vanvitelliana, dove la grande musica cantautoriale italiana l'ha fatta da protagonista davanti ad un pubblico di centinaia di persone (la capienza era ridotta per via delle normative Covid e ha registrato il tutto esaurito in pochi giorni). L'apertura è stata affidata al cantautore De Rubertis con tre brani estratti dall'ultimo album La violenza della luce. Poi è stata la volta di Francesco Bianconi, cantautore, musicista e scrittore italiano, frontman del gruppo musicale toscano Baustelle. Accompagnato da quattro musicisti di talento, ha interpretato i suntuosi brani del suo album da solista Forever. 

La mia generazione festival: gli artisti sul palco

Sul palco è salito poi Diodato che ha ripercorso il suo repertorio e incantato il pubblico con i successi che l'hanno reso famoso al grande pubblico fra cui "Fai Rumore", "Che vita meravigliosa" e "Un'altra estate". E' stata poi la volta di Nicolò Fabi con una performance intima. Un viaggio tra i senitmenti con cui Fabi, muovendosi con totale libertà,  accompagnato dai colleghi Roberto “Bob” Angelini e Pier Cortese, mette in scena le verità raccontante attraverso le sue canzoni. 

A tenere legati tutti gli artisti in un sottile fille rouge è la generazione a cui appartengono, quella degli anni '90, ma, soprattutto, il loro modo di approcciare alla musica: un mondo fatto di introspezione, tempi dilatati e atmosfere psiconiriche.

Il festival anconetano, arrivato alla quarta edizione, è nato da un'idea di Mauro Ermanno Giovanardi che ha chiuso la kermesse con un omaggio ai La Crus, il gruppo da lui fondato nel 1993. A vent'anni dall'uscita dello storico album Crocevia, Giovanardi  si è esibito portando in scena delle cover, realizzate con lo stile elegante e raffinato che ha sempre caratterizzato il gruppo milanese. Da De André con "Giugno '73" a Paolo Conte con "Via con me" da Bruno Martino con "E la chiamano estate" a Patty Pravo con "Pensiero Stupendo". L'intera conduzione del festival è stata affidata al giornalista e conduttore radio Massimo Scotto che tra un'esibizione e l'altra ha intervistato gli artisti di turno. A salire sul palco e a raccontare il dietro le quinte del suo lavoro anche il fotografo Guido Harari, celebre per aver "catturato" le più grandi star della musica mondiali: da Leonard Cohen a Lour Reed fino a Bob Dylan e Patti Smith.

 L'assessore alla cultura Paolo Marasca, soddisfatto per la buonissima riuscita del Festival, ha commentato: «Nonostante il periodo e tutte le difficoltà legate al Covid abbiamo deciso di non arrenderci. Molti enti aspettano di riparitre, noi abbiamo deciso di continuare». 

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