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Mozart e voce di mamma contro i disturbi comunicativi: il metodo Tomatis ad Ancona

In città sta per aprire un centro che utilizzerà l'innovativo metodo francese per affrontare stress, depressione e aiutare in caso di disturbi comunicativi

La musica di Mozart, i canti gregoriani ma anche la voce della propria mamma. Suoni capaci, dicono gli esperti, di aiutare persone di ogni età ad affrontare stress, stati depressivi ma utili anche in caso di acufeni, vertigini e ritardi nello sviluppo della comunicazione. Si chiama metodo “Tomatis” e da aprile, grazie al progetto “La via dell’ascolto-Tomatis per tutti” verrà applicato per la prima volta ad Ancona nel centro multispecialistico DSA della Baraccola. Nel frattempo è partita una campagna crowfunding sulla piattaforma “Rete del dono”, che darà la possibilità a 30 soggetti di accedere gratis alle prestazioni: «Si tratta di persone con patologie già certificate che potranno sottoporsi al Tomatis permettendoci di raccogliere dati utili alla ricerca» spiega la logopedista Maria Grazia Magistrelli. 

Il metodo 

«Il Tomatis consiste in una stimolazione sonora che avviene con delle cuffie- spiega la Magistrelli- sulla banda posteriore della cuffia viene applicato un sistema a vibrazione che trasmette i segnali della musica tramite via ossea. Vengono utilizzati temi di Mozart, canti gregoriani ma anche la voce della mamma, in base ai bisogni che emergono dall’anamnesi, tutto filtrato da un orecchio elettronico». I vantaggi? «Sembra una panacea, ma non lo è- dice la logopedista- il beneficio che si ottiene è quello di una migliore carica energetica complessiva. Il sistema è applicabile a ogni fascia di età e agisce sulle emozioni e sulla ricarica energetica complessiva dell’organismo. Le stimolazioni che abbiamo arrivano all’80% dalle orecchie, collegate al cervello tramite il nervo acustico e alle componenti viscerali attraverso il nervo vago- continua la logopedista- il nostro Paese a livello di ricerca è indietro rispetto a Germania, Svizzera, Francia, Belgio, Canada o Sudafrica. In Italia oggi esistono solo una ventina di centri e ad Ancona sarà il primo. Proprio per questo abbiamo deciso di lanciare la raccolta fondi. La pandemia ha creato distacco e solitudine- conclude la Magistrelli- questo metodo rieduca ad ascoltare, a ricominciare a comunicare con gli altri entrando in empatia. Oggi ci si chiude per paura, mentre c’è bisogno di riaprirsi a livello anche energetico». 

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