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Metalmeccanici, congresso Uil Ancona: Vincenzo Gentilucci confermato nel ruolo di segretario

Il riconfermato segretario ha illustrato lo scenario dell’industria marchigiana focalizzandosi sulle politiche future e di sviluppo

ANCONA- Elica e Caterpillar, gli ultimi nomi. Prima ancora Indesit, Antonio Merloni, Best. È un appello di macerie industriali quello letto da Vincenzo Gentilucci, confermato segretario generale della Uilm di Ancona ieri a Senigallia al termine del congresso dei metalmeccanici della Uil, per illustrare la situazione territoriale.

Uno scenario in cui l'industria marchigiana: «Non è ancora riuscita a sviluppare una visione di nuove prospettive di sviluppo e strategie capaci di indicare obiettivi e mobilitare risorse atte a contrastare un declino oramai a tutti evidente. Il rischio progressivo di un suo scivolamento verso quella delle regioni del sud è oramai certezza, anche se i livelli dei principali indicatori economici e sociali sono ancora superiori rispetto alle regioni del Mezzogiorno - ha detto il segretario nella sua relazione - Inoltre gli imprenditori anconetani sono ancora troppo individualisti e non hanno compreso come sia necessario, per poter competere nel mercato globale, fare rete e cooperare tra loro sul modello messo in atto in Emilia Romagna che sta dando ottimi risultati»  

Gentilucci, che è anche il coordinatore regionale della Uilm, ha offerto ai presenti – tra loro anche il segretario nazionale Rocco Palombella e la segretaria generale Uil Marche, Claudia Mazzucchelli – uno spaccato marchigiano fatto di circa 60.000 metalmeccanici, quasi uno su cinque con contratti precari. E la quota aumenta di anno in anno. «Nel 2021 l'attività produttiva nelle Marche ha fatto registrare un più 9,2% rispetto al 2020, meno della media nazionale ma con un dato della meccanica confortante a più 14,1%. Tuttavia, nella nostra provincia il principale malato resta il distretto metalmeccanico di Fabriano che nel passato contribuiva per il 33% del Pil regionale. Nel fabrianese, dati Centro per l’impiego, all’inizio del 2021 si registravano 6mila disoccupati quando, nei primi anni 2000, a Fabriano non solo c’era la piena occupazione ma si accoglievano lavoratori provenienti da altre regioni o nazioni per soddisfare un’offerta lavorativa in continua crescita. Un dato allarmante che conferma come il settore del bianco, che vedeva in Fabriano la capitale d’Italia, sia stato e sarà sempre più impattato dalla competitività generatasi con altre nazioni a seguito della globalizzazione».

Da Fabriano a Jesi dove si è conclusa con un risultato soddisfacente la crisi Caterpillar ma dove ora si teme per le sorti della Raicam di Moie, società che produce frizioni e volani per auto. «La transizione ecologica – ha spiegato Gentilucci - sicuramente genererà nel tempo minori produzioni ma attualmente abbiamo intrapreso un confronto dove stiamo valutando investimenti atti a mitigare gli impatti». In crescita i numeri della Uilm: circa 1000 iscritti in 60 aziende, rsu passate dal 14 al 17% dopo le ultime elezioni e sindacato più rappresentativo alla Raicam di Moie, alla Ego di Camerano (ex Defendi), alla Silga e alla Emc Fime di Castelfidardo e alla Eurostampi e alla Cnh di Jesi, secondi alla Faber di Sassoferrato.

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