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La ricchezza delle Marche attraverso l’agricoltura: “Uomini e paesaggi” celebra il connubio vincente

Al Museo di storia della Mezzadria l’intervento dell’agronomo Dimitri Giardini ha spiegato le cause del successo

SENIGALLIA- Al Museo di storia della Mezzadria Sergio Anselmi, venerdì 12 agosto, si è svolto il secondo incontro di Uomini e paesaggi con l’intervento dell’agronomo Dimitri Giardini che ha parlato di Esempi di buona agricoltura nelle Marche.

Le numerose persone accorse hanno avuto il privilegio di conoscere da un esperto del settore agricolo i cambiamenti e gli studi che attualmente sono in atto nella agricoltura, che ormai non può più trascurare il connubio con l’ambiente. Il mezzadro di un tempo curava il proprio terreno perché da quello traeva tutto il sostentamento per la propria famiglia, e al suo lavoro si deve anche la bellezza delle nostre colline, oggi chi lavora la terra deve proporsi innanzitutto di non sfruttarla: deve saper lavorare bene il terreno per evitare fenomeni di desertificazione o peggio ancora. E lavorare bene significa permettere alla terra di “rifiatare” con colture da rinnovo come la canapa o l’erba medica che le ridanno sostanze. Inoltre, l’azienda-tipo moderna è quella che è o è stata capace di diversificare le proprie attività, facendo anche scelte coraggiose come quella di diventare biologica rispettando norme rigide e, in particolare, sono giovani gli imprenditori agricoli che hanno accettato questa nuova sfida in agricoltura.

Il paesaggio agrario marchigiano, così vario da nord a sud, è la vera ricchezza ed è tornato a essere uno dei più affascinanti e apprezzati non solo in Italia, ma accanto a tanto altro che caratterizza la regione, ha fatto sì che le Marche siano state l’unica destinazione italiana scelta come meta per il 2020 dalla rivista di viaggi più famosa al mondo, Lonely Planet.

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