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Lupi a Corinaldo: il sindaco lancia l'allarme, ma l'Enpa ribatte: «Allarmismi insensati»

Il sindaco di Corinaldo, Matteo Principi, sui social ha espresso forte preoccupazione per la presunta presenza di lupi nel territorio comunale 

Il sindaco di Corinaldo, Matteo Principi porta all’attenzione del presidente della Giunta regionale e ai vertici del servizio agricoltura, sviluppo rurale e pesca delle Marche la presenza accertata di lupi nel territorio corinaldese.  «Segnalando ciò - si legge nella nota - ha evidenziato come le imprese agricole siano già state danneggiate per la conseguente perdita di capi e produttività». La riflessione del primo cittadino corinaldese: «Tale presenza è fonte di grave preoccupazione per la popolazione tutta. Sia perché gli animali sono stati avvistati anche in prossimità degli abitati, sia perché i nostri paesaggi di campagna sono abituale meta di passeggiate ed escursioni. È evidente che la presenza indiscriminata e incontrollata di lupi costituisce una minaccia per la “pubblica incolumità” e ciò rende necessario dover ipotizzare un inderogabile ricorso a misure più efficaci di controllo». 

Pronta la risposta dell'Ente nazionale Protezione Animali di Ancona: «Forse il sindaco - afferma Michela Severini, presidente dell'Enpa di Ancona - dovrebbe preoccuparsi della sicurezza delle nostre campagne quando è aperta la stagione di caccia, che miete vittime anche tra le persone che passeggiano, anziche' preoccuparsi di lupi - ammesso che tali siano - i quali notoriamente sono elusivi e sfuggono alla presenza dell'uomo. Anzichè fare allarmismi insensati su fantomatici ed inesistenti pericoli per la popolazione, si lavori insieme agli allevatori e al mondo scientifico per dare giuste informazioni, anche nel rispetto delle norme: i lupi sono particolarmente protetti dalla legge nazionale 157 del 1992, che invitiamo il Sindaco a leggere».

«Se si vuole lavorare seriamente - continua Michela Severini - bisogna aiutare gli allevatori a non lasciare gli animali incustoditi senza alcuna forma di guardiania, di sorveglianza, di recinzione - fissa o mobile - o lasciati di notte all'aperto. Questo risolverebbe ogni problema, siano cani o lupi a procurare un presunto danno. Inoltre, si sanzionino tutti coloro che lasciano i cani, tra l'altro non sterilizzati, liberi di vagare nelle campagne. Si tratta spesso dei cani di allevatori e cacciatori, che vengono lasciati a loro stessi, alimentano il fenomeno del randagismo e compiono scorrerie anche su allevamenti, in quanto meno timorosi dell'essere umano". Enpa ricorda che nel caso di predazioni occorrono indagini genetiche tempestive sui capi per avere la certezza che siano lupi o cani e sottolinea che la declamata "presenza indiscriminata e incontrollata dei lupi" è totalmente priva di conferme scientifiche. Inoltre - conclude Michela Severini - ricordiamo che il lupo, in base a dati scientifici e non a supposizioni, si nutre per oltre 90% di cinghiali a differenza dei cani randagi/vaganti»

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