Liomatic, i dipendenti affranti: «Nessuno sa spiegarci, utilizzate modalità assurde»
Sono state messe in risalto le criticità e le modalità utilizzate dall’azienda per comunicare la chiusura dello stabilimento jesino
ANCONA-Lo stato d’animo dei lavoratori presenti questa mattina, 18 febbraio, davanti alla Regione Marche era un misto di rabbia e rassegnazione. La chiusura dello stabilimento jesino della Liomatic, con conseguenti trasferimenti logisticamente complicati a Macerata, Pesaro, Perugia o Arezzo per i dipendenti, ha messo in lecita agitazione i dipendenti che lamentano soprattutto una mancanza di comunicazione e un’inadeguatezza delle modalità utilizzaste:
«Sono qui per dissentire sia sulla decisione e sia su come questa c’è stata comunicata in modo alquanto assurdo – ha spiegato Elena Garani, dipendente di 45 anni di Liomatic – E’ mancata la trasparenza, nessuno ci sa spiegare cosa succederà domani, tantomeno dopodomani. Per chi è stato destinato a filiali improponibili non c’è stata offerta adeguata, solo briciole. Parliamo di una situazione piuttosto triste, poca dignità e poco rispetto».
Sulla stessa linea d’onda Patrizia Pacifico, 40 anni: «Nel giro di poco ci sono capitate cose incredibili, la situazione è veramente molto difficile e non l’abbiamo scelta noi. Non c’è stato nessun accordo, nella stessa giornata ci hanno comunicato la chiusura dal primo marzo e, nell’analoga convocazione in videoconferenza con il responsabile di filiale, ci veniva chiesto di firmare il trasferimento. Una mancanza enorme di rispetto, siamo stati spiazzati senza alcun dato oggettivo per valutare questi assurdi trasferimenti».