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Da meccanico a pellettiere, la nuova vita di Daniele: è tra i più giovani artigiani d’Italia

Non ha neppure 30 anni e ha fatto una scelta di vita

Faceva il meccanico poi ha preso il suo hobby per l’artigianato e ne ha fatto la professione attuale. Daniele Galeazzi è un calzolaio e pellettiere anconetano e circa sei anni fa ha rilevato l’attività del suo maestro artigiano. Cosa c’è di particolare? E’ successo quando aveva solo 21 anni. A inizio marzo Daniele di anni ne compirà 27, è più felice che mai del suo lavoro al punto da uscire dagli schemi: lui non maneggia solo su cinture, scarpe, borse e portafogli ma anche i telai delle moto ed è proprio lì che esce fuori la sua parte artistica. 

Nel negozio di piazza Salvo d’Acquisto entrano ed escono clienti, Daniele basta chiamarlo e si affaccia in pochi secondi dal laboratorio che si trova dietro alla parete tappezzata di borse e altro materiale da consegnare. In quello stesso laboratorio c’è anche ciò che non ti aspetti, il telaio di una moto Bmw perché lui, tuttora artigiano tra i più giovani d’Italia, la passione per la meccanica è riuscita ad abbinarla all’arte: «Un ragazzo mi ha portato il telaio della moto che sta ricostruendo e io sto costruendo da zero tutto quello che riguarda la sella, dalla base alla fodera e alla copertura. Questa è la parte del lavoro più coinvolgente, perché qui esprimo direttamente il tocco d’arte che fa parte di me». Un lavoro che sta prendendo piede con il passaparola: «Come selleria ad Ancona non ci sono altri punti di riferimento». Il punto di contatto con la vecchia professione sta anche nella manualità che Daniele ha maturato nel tempo. Tra frese, martelli e macchinari di ogni tipo lui si sente a suo agio come in officina. Ma il passaggio dalle auto alle pelli com’è avvenuto? «Mi sono trovato in una situazione economica che mi ha portato a fare questo cambiamento e questa scelta. Io già da piccolo abbinavo la passione per la meccanica alla lavorazione di piccoli oggetti di pelletteria come ad esempio portafogli, a 21 anni ho rilevato l’attività del precedente titolare dopo un periodo di apprendistato». Rimpianti? No, a quanto pare. Difficoltà? «Oggi la situazione economica porta la gente a riparare le cose anche perché ci si affeziona a un accessorio, quindi questo lavoro sta riprendendo campo nel mercato. Fiscalmente parlando, invece, la mia attività rientra nelel catogoria artistico-tipiche quindi ho sia un regime forfettario di contabilità sia delle agevolazioni che permettono di sopravvivere». Daniele parla mentre incolla delle suole a una scarpa, operazione che solo all’apparenza può fare chiunque. Il mestiere bisogna conoscerlo: «Questo tipo di colla fa presa solo quando si è raffreddata, al contrario di quelle usate comunemente per altri materiali che vanno fatti aderire quando la colla è stata appena messa» spiega Daniele con l’occhio quasi da chimico. «Mi sono sempre sentito una mosca bianca anche se ho visto che tanti ragazzi tendono ad approcciarsi all’artigianato nonostante i tempi che li avvicinano a professioni più tecnologiche. Vedo che qualcuno tenta di far sopravvivere le tradizioni e i lavori di una volta e, soprattutto, il vero artigianato». Daniele, neppure 30enne, è uno di loro. 

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