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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Lavoratori dello spettacolo, la protesta: «Sostenere la produzione culturale»

Slc-Cgil Fistel Cisl e Uilcom Uil diramano un comunicato in cui si chiede di «tornare a fare spettacolo». Il 23 la protesta allo Sferisterio di Macerata

Il 23 febbraio, ad un anno dalla chiusura dei luoghi della cultura, i sindacati confederali di categoria realizzeranno una manifestazione pubblica in stretto raccordo con le proposte nazionali e regionali, quest’ultime già al centro del confronto con la Regione Marche.

A siglare il comunicato di protesta i sindacati Slc-Cgil Fistel Cisl e Uilcom Uil, le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo marchigiani, rispettando i protocolli di sicurezza, manifesteno a Macerata, in piazza Mazzini, «vicino ad uno dei luoghi simbolo della Cultura, lo Sferisterio. Per l’occasione, lo slogan sarà: Torniamo a fare spettacolo. La manifestazione sarà dalle 16 alle 17»

Le ragioni dell’iniziativa - scrivono - è necessaria per: «Porre l’attenzione pubblica ed istituzionale sugli effetti concreti che la pandemia e le conseguenti chiusure hanno prodotto sui territori, tra la popolazione, sull’occupazione e sulle condizioni materiali delle lavoratrici e lavoratori.  E’ necessario sostenere il mondo della produzione culturale a partire dal riconoscimento di ammortizzatori sociali più efficaci, di pensare alla riapertura graduale ed in sicurezza dei luoghi della cultura, di salvaguardare produzione e occupazione per non disperdere talenti e professionalità essenziali per la società civile. Inoltre è urgente realizzare una riforma della legge dello spettacolo e combattere forme diffuse di elusività contrattuale e di lavoro sommerso, attraverso l’applicazione dei contratti nazionali di lavoro» Con la Regione Marche, parallelamente «è da tempo aperto un confronto, che auspichiamo porti presto ad affrontare e risolvere il tema urgente dei ristori, delle buone pratiche contrattuali, della revisione della legge regionale dello spettacolo risalente al 2009 e concretizzare il progetto presentato di “Cura dei teatri marchigiani” propedeutici alla ripresa».  

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