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Giustizia climatica, da Glasgow ad Ancona: «L’agricoltura pagherà, sì alle aree protette»

Emiliano Stazio di Legambiente ha contestualizzato i contenuti emersi dal COP26 di Glasgow con la città di Ancona parlando anche di politiche regionali e nazionali sull’ambiente

Dal Cop2026 di Glasgow, conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ad Ancona. Un filo neanche tanto sottile che unisce il capoluogo marchigiano al resto del mondo con un’allerta particolare ai temi ambientali. Emiliano Stazio, referente Under35 di Legambiente, ha tracciato questo solco spiegando le urgenze in materia che non possono più essere rinviate:

«La città di Ancona, vicino al mare ma con una costa abbastanza chiusa, potrà avere fenomeni alluvionali più frequenti entro il 2035. La temperatura e la vita saranno sempre più simili a quelle dell’equatore ma tutto questo porterà ad un impoverimento da parte del suolo e delle coltivazioni. L’agricoltura dovrà necessariamente reinventarsi. Come fare per prevenire il tutto? Ancona ha approvato uno stato di emergenza climatica già nel 2016. Serve un incentivo alle aree protette, così come la piantumazione dei boschi e una gestione equilibrata delle risorse».

L’occasione è propizia anche per fare il punto a livello regionale e nazionale: «A livello regionale c’era una vecchia mozione portata dal Movimento 5 Stelle ma poi non se ne è fatto più nulla. Glasogw insegna che non è sufficiente parlare solo di giustizia climatica ma anche di equità climatica. I grandi stati dovranno aiutare fattivamente quelli in via di sviluppo sul tema ambientale, non come accaduto in passato. Solo se si interverrà sull’economia allora potremo avere dei benefici globali».

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