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Martedì, 23 Aprile 2024
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Gestore unico dei rifiuti, Mancinelli: «Stupiti dal parere negativo della Corte dei Conti. L'Ata ha tre strade da percorrere»

La costituzione della società consortile è stata sollevata in Consiglio comunale dalla consigliera Pd Susanna Dini e dal consigliere di 60100 Arnaldo Ippoliti

ANCONA- Il parere negativo della Corte dei Conti alla delibera approvata dal Consiglio comunale dorico lo scorso gennaio mette in discussione la costituzione della nuova società Corum scarl che avrebbe dovuto gestire il servizio rifiuti in house providing. Dunque, quale sorte per il gestore unico dei rifiuti della provincia di Ancona? Cosa intende fare l’Ata? A spiegare la situazione è stata il sindaco Valeria Mancinelli rispondendo alle interrogazioni della consigliera comunale del Pd Susanna Dini e del consigliere di 60100 Arnaldo Ippoliti. «Il parere della Corte dei Conti non è vincolante. I singoli Consigli comunali hanno tre strade: la prima andare avanti senza modificare la delibera motivando il perché si discostano dal parere della Corte dei Conti; la seconda fare una nuova delibera motivandola in maniera più esaustiva in considerazione dei dubbi sollevati dalla Corte dei Conti; terza strada andare avanti con il progetto di gestione in house con gli stessi soggetti e stesso piano economico finanziario, ma prevedendo il coordinamento delle tre società pubbliche con altri strumenti giuridici idonei. Quest’ultima soluzione non richiederebbe un nuovo parere della Corte dei Conti. Ad oggi l’Ata non ha ancora scelto quale strada intraprendere». Il sindaco Mancinelli ha aggiunto che «trentacinque comuni su 47, anche del centrodestra, hanno votato a favore della delibera dell’Ata per l’affidamento del servizio in house, quindi la stragrande maggioranza. Siamo rimasti stupiti del parere negativo della Corte dei Conti perché tutto il percorso è stato costruito tenendo conto della sentenza del Consiglio di Stato del 2018 che aveva definito, relativamente al precedente contenzioso per la costituzione della società consortile, che cosa era giusto e che cosa era sbagliato. Inoltre, l’assemblea dell’Ata, viste le incertezze giuridiche sul tema, è stata accompagnata dall’Anac nel percorso per la costruzione del provvedimento, compreso il passaggio sulla società consortile, quello che oggi viene evidenziato come criticità nel parere della Corte dei Conti. Stiamo riflettendo su come affrontare questa problematica».

Per quanto riguarda invece i costi per la procedura di affidamento in house «l’Ata ha affrontato un costo di 30mila euro per l’apporto di specialisti che hanno dovuto verificare il piano economico finanziario. Cifra irrisoria rispetto ad un valore di servizio di oltre un milione di euro» dichiara il primo cittadino. Se la consigliera Dini si è detta soddisfatta della risposta, di tutt’altro umore è il consigliere Ippoliti. «Rimango senza parole. Lei (il sindaco Valeria Mancinelli ndr) ha proposto con urgenza un Consiglio comunale per approvare una delibera indispensabile che poi la Corte dei Conti ha bocciato- tuona il consigliere di 60100-. Adesso quindi vengono valutate altre possibilità, ma nella delibera della Corte dei Conti c’è scritto che la costituzione della società consortile può avvenire solo con parere favorevole. Voglio proprio vedere come uscirà da questa situazione. Altra berlina: dice che non ci sono stati costi per il Comune dorico… Chissà dove ha preso i soldi l’Ata? Ovviamente dai cittadini».

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Anche il capogruppo di Forza Italia Daniele Berardinelli ha preso la parola sottolineando quanto scritto nella delibera della Corte dei Conti alla pagina 6. «Non ci sono tre strade da percorrere. Devono fare una nuova delibera e farla approvare nuovamente dal Consiglio per essere poi sottoposta nuovamente al parere della Corte dei Conti». 

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