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Equo compenso, via libera alla norma integrativa: cosa cambia nelle Marche

Via libera all’unanimità dal Consiglio regionale per la proposta di legge che modifica ed integra la normativa varata  nel 2019 sull’equo compenso

Via libera all’unanimità dal Consiglio regionale per la proposta di legge che modifica ed integra la normativa varata  nel 2019 sull’equo compenso. L’atto è stato sottoscritto dai consiglieri Dino Latini (Udc), Giacomo Rossi (Civici Marche), Jessica Marcozzi (Fi) ed illustrato in Aula dallo stesso Rossi per la maggioranza e da Antonio Mastrovincenzo  (Pd) per l’opposizione.

Obiettivo principale, come evidenziato nella presentazione, è quello di porre la questione dell’equo compenso ancora più in linea con le esigenze rappresentate dai liberi professionisti. Entrando nel merito delle modifiche tecniche, si prevede che la presentazione delle istanze dei confronti di una pubblica amministrazione sia corredata, oltre che dagli elaborati, anche dalla  lettera di affidamento dell’incarico sottoscritta dal committente, unitamente alla copia di un documento d’identità.

Lettera che deve contenere i dati del professionista, gli estremi di iscrizione all’Ordine o al  Collegio di appartenenza, quelli dell’assicurazione professionale obbligatoria, l’attestazione circa la regolarità contributiva ed il rispetto della formazione obbligatoria continua, nonché la descrizione dettagliata delle prestazioni richieste e del relativo compenso, che deve risultare proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto. Le amministrazioni, al momento conclusivo di un iter iniziato, dovranno acquisire la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà del professionista o dei professionisti sottoscrittori degli elaborati progettuali o responsabili dell’esecuzione delle opere. La proposta di legge contiene, inoltre, un’indicazione rispetto al divieto d’inserimento di clausole vessatorie nei confronti di incarico professionale, previsione già inserita nella legge del 2019.

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