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Elica, presente il gruppo assembleare del Pd: «L'azienda ritiri il progetto di delocalizzazione»

Stamattina il gruppo assembleare del Partito Democratico ha preso parte allo sciopero di tre ore delle aziende del settore del bianco indetto dai sindacati

Il gruppo assembleare del Partito Democratico questa mattina ha preso parte allo sciopero di tre ore delle aziende del settore del bianco indetto da Fiom, Fim e Uilm per chiedere il ritiro del Piano industriale 2021-2023 recentemente presentato da Elica Spa. A tal proposito affermano: «Lo sciopero di oggi, che oltre ai lavoratori dell’Elica ha visto partecipare le maestranze di tante aziende del territorio, manda un messaggio molto chiaro alla direzione: venga immediatamente ritirato l’infausto piano di delocalizzazione in Polonia che prevede il licenziamento di oltre 400 lavoratori e ci si sieda al tavolo con il sindacato per aprire un confronto vero su come mantenere in Italia la produzione e migliorare la competitività sul mercato nazionale e su quello estero. Se si agirà diversamente, i vertici aziendali si dovranno prendere la responsabilità di una speculazione immorale, che rischia di aprire in questa area una crisi sociale dalle conseguenze imponderabili, ma sicuramente molto pesanti»

«Purtroppo - continuano i dem - in questo momento così decisivo è mancata la presenza del governatore Francesco Acquaroli, a suo dire impegnato in un incontro istituzionale a Roma. Facciamo fatica a capire cosa ci sia di più prioritario del sostenere questa lotta per l’occupazione e il futuro di centinaia di lavoratori. Ciò che ormai è evidente a tutti, invece, è che Acquaroli continua a trincerarsi dietro gratuite dichiarazioni di solidarietà e a mandare avanti il suo incerto assessore al Lavoro, senza però mai fare un passo nell’unica direzione necessaria: chiedere a Elica di ritirare il Piano industriale. Comprendiamo che per Acquaroli non sia facile prendere questa posizione di fronte al Cavaliere del Lavoro Francesco Casoli, che è stato uno dei suoi grandi elettori ed è il vero deus ex machina del centrodestra marchigiano. Ma, se solo fosse venuto oggi a Fabriano, quel coraggio che gli difetta l’avrebbe sicuramente potuto trovare nella fiera dignità di tante lavoratrici e tanti lavoratori. E ne avrebbe anzitutto giovato l’autorevolezza e la forza della Regione Marche, che continua invece a fare spallucce di fronte ai diktat dell’azienda».
 

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