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Dpcm, che succede con il nuovo governo? Le novità su spostamenti tra regioni

Che cosa cambierà con l'eventuale nuovo governo che si andrà a formare prossimamente? Ecco cosa succede per quel che riguarda gli spostamenti tra regioni da metà febbraio in avanti

L'Italia è per tre quarti in zona gialla da inizio febbraio. Come sappiamo, da lunedì 1 febbraio anche le Marche sono tornate a misure restrittive più leggere, con il tanto auspicato ritorno alla zona gialla. Che cosa cambierà con l'eventuale nuovo governo che si andrà a formare prossimamente? Cosa succede per quel che riguarda gli spostamenti tra regioni da metà febbraio in avanti? L'instabilità politica incide in qualche modo? Procediamo con ordine.

Zona rossa, arancione e gialla: cosa succede con il nuovo governo

Per ora le certezze sono sempre le stesse. Il coprifuoco in Italia, da nord a sud passando per le isole maggiori, è fissato dalle 22 fino alle 5 del mattino e gli spostamenti tra regioni diverse - anche tutte quelle in zona gialla - sono vietati fino a lunedì 15 febbraio (salvo che per motivi di lavoro, necessità urgente e salute). Bisognerà aspettare quindi i giorni che precedono il 15 febbraio per sapere se il divieto di spostamenti tra regioni italiane persisterà. Si deciderà in base all'andamento dei contagi nei prossimi 10 giorni. Se si riuscirà a mantenere l'Rt sotto a 1, ci sono chance che alcune novità sul fronte della mobilità possano essere introdotte. Nessuna certezza. Si deciderà, abbiamo scritto. Già, ma chi deciderà?

Spostamenti tra regioni: chi deciderà le nuove misure

Il governo Conte-bis rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti. "L'avvocato del popolo" ha di fatto tutti gli strumenti normativi in mano per firmare eventuali provvedimenti anche in questa situazione di confusione politica, con Mario Draghi convocato oggi da Sergio Mattarella al Quirinale per un primo incontro.  La nostra Costituzione non è opaca in merito, garantisce la possibilità di "svolgere l’ordinaria amministrazione" anche a un governo dimissionario, totalmente legittimato ad adottare provvedimenti urgenti anche dopo le dimissioni di Conte e dei ministri. Siamo in emergenza sanitaria e nell'articolo 77 della Costituzione è chiarita la facoltà di "un governo dimissionario di emanare decreti legge". Ma per il prossimo Dpcm c'è tempo fino a inizio marzo, ed è possibilissimo che per allora ci sarà un nuovo inquilino insediatosi a Palazzo Chigi e il nuovo esecutivo potrà prendersi l'onere di stilare il nuovo Dpcm per il contenimento del contagio. L'attuale decreto del presidente del Consiglio dei ministri scade venerdì 5 marzo. Manca un mese. Fino a quando non avrà giurato un nuovo governo, Conte potrà firmare i Dpcm e il ministro Speranza le ordinanze che istituiscono le zone gialle, arancioni o rosse: succede ogni fine settimana, ormai. Quindi fra 48-72 ore  i territori che puntano alla zona gialla come Sardegna, Puglia, Sicilia, Umbria e Alto Adige si dovranno attenere alle decisioni che l'esecutivo giallorosso metterà nero su bianco.

Se per il prossimo nuovo Dpcm "c'è tempo", qualcosa succederà poi prima del 15 febbraio, probabilmente. Sarà possibile muoversi tra regioni - realisticamente la novità potrebbe riguardare solo e soltanto le regioni in zona gialla - dopo questa data? Non si sa, e dato che la scadenza di lunedì 15 febbraio non coincide con la data di scadenza dell'attuale decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm), che è come detto il 5 marzo, il governo (tutto fa pensare che sarà quello "ai saluti" di Conte, i tempi sono davvero molto stretti) potrebbe orientarsi nel corso della prossima settimana verso un'ordinanza del ministro alla Salute Roberto Speranza o per un'eventuale proroga dei vari divieti o per l'introduzione di eventuali alleggerimenti delle restrizioni.

Stato d'emergenza e nuovo governo: la situazione

Lo Stato d'emergenza è stato prorogato da tempo fino al 30 aprile 2021. Secondo le norme è possibile prorogare l’emergenza fino al 31 luglio 2021, senza un limite di proroghe, ma in realtà l'ultima scadenza può essere ulteriormente prolungata, come già avvenuto per alcuni casi come quelli delle emergenze legate al sisma del Centro Italia o al terremoto dell’Emilia (in tal caso cambia l'iter, con la proroga che necessita di un apposito decreto che deve essere approvato anche dal Parlamento). Con lo stato d'emergenza vengono attribuiti poteri straordinari al governo e alla Protezione civile, tra cui la possibilità di operare in deroga alle disposizioni di legge vigenti. 

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