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Gender gap in ambito sanitario, la rivoluzione parte dalla formazione

Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy: «La tematica della cultura di genere va affrontata, in primis, durante i corsi di formazione obbligatori, previsti per la nostra professione».

ANCONA -  Il 12 aprile è stato istituito dal Ministero della Salute, in particolare dal sottosegretario Sileri, un tavolo tecnico per la valorizzazione professionale delle donne in sanità, con speciale riguardo alla ricerca e alla formazione. Il tavolo si è insediato il 26 di aprile e i lavori sono già all’attivo. L’obiettivo è quello di fare proposte concrete che possano andare a migliorare la posizione delle donne che lavorano in ambito sanitario. Si tratta di un tavolo qualificato ed eterogeneo, perché sono presenti professioniste sanitarie provenienti dal mondo accademico, direttrici generali ed esperte di tutti i settori del mondo sanitario, che rappresentano tutte le qualifiche professionali e anche le esigenze che si vengono a manifestare. 

«Come Women for Oncology Italy siamo molto orgogliose di avere una rappresentanza attraverso la mia persona all’interno del tavolo, perché può essere importante far presente la voce di chi, come noi, lavora in ambito oncologico-, spiega la Professoressa Rossana Berardi, Presidente dell’Associazione- peraltro la survey sul gender gap che stiamo conducendo, con la collaborazione di Mondosanità (https://it.surveymonkey.com/r/JKKNB9F), ha proprio il fine di identificare le possibili aree di miglioramento che potremo presentare nel contesto di questo tavolo tecnico. Le proposte concrete che promuoveremo verteranno in primis sul versante della formazione, a partire dai corsi di formazione obbligatori nell’ambito della nostra professione. Uno di questi, destinato alle Direttrici di struttura, riguarda le figure apicali. Ebbene, in questo contesto riceviamo tante nozioni in merito alla gestione budget e alla possibilità di conoscere meglio gli aspetti medico-legali e gli aspetti legati ai percorsi e alle procedure, ma mai viene affrontata la tematica di come valorizzare il gender gap e di come superarlo in ambito lavorativo. Inoltre ciascuno di noi, nel momento in cui si avvicina alla professione, è obbligato a fare corsi legati alla sicurezza, alle procedure in uso nei vari ospedali, ma ancora una volta non ci sono corsi specifici che possono aiutare le persone sia in un’ottica di parità, sia in un’ottica di conciliazione di tempi di vita lavorativa e personale. Credo molto nella possibilità di formare le persone a vari livelli in ambito sanitario, per migliorare la cultura di genere. In aggiunta a ciò, tra le proposte che sosterremo, c’è anche quella relativa alla valorizzazione mediante strumenti concreti, quali quello di porre degli obiettivi per le figure apicali sia in ambito ospedaliero-assistenziale, sia in ambito accademico, che ci permettano di determinare obiettivi di criteri e di valore per chi favorisce e per chi promuove un avanzamento, indipendentemente dal genere». 

La pandemia non ha fatto altro che allargare questo divario di genere. In ambito di ricerca accademica sono emersi dati scientifici che hanno dimostrato infatti come, ancora una volta, le donne siano state penalizzate. «Questo perché per loro è stato più difficile portare avanti le attività di ricerca, pubblicare e accedere ai finanziamenti”, precisa Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy. “Durante la pandemia, ancora una volta è emerso che il peso dell’accudimento familiare è gravato sul genere femminile e quindi anche questo aspetto andrebbe affrontato, per fare in modo che là dove è presente una difficoltà, questa poi non vada a ripercuotersi inevitabilmente sulle donne». 

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