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Discoteche, rebus riapertura: «C’è mancanza di chiarezza, così si alimenta l’abusivismo»

Alessandro Sartarelli, volto storico della movida anconetana, ha fatto il punto della situazione sulla questione discoteche parlando di riaperture, Green pass e della delusione di tutto un comparto colpito duramente dalla pandemia

Discoteche sì, discoteche no. Nel piano rebus legato alle riaperture. Il comparto movida, probabilmente, è risultato essere uno dei più colpiti dal contesto pandemico e ancora oggi versa in una situazione di totale incertezza sul suo futuro. L’adozione del Green pass non ha, per il momento, cambiato le carte in tavola e una riapertura “ufficiale” (ufficiale in quanto gli escamotage emersi in questo periodo non sono mancanti) non si prevede a stretto giro di contatto. Alessandro Sartarelli, voto storico della movida anconetana, ha fatto il punto della situazione toccando tutti i temi più caldi della stretta attualità:

«Non credo che le previsioni invernali siano migliori di quelle estive. Se non siamo riusciti ad aprire d’estate come pensiamo di farlo quando non sarà possibile sfruttare il caldo? La situazione mi sembra ancora molto instabile, compreso lo strumento del Green pass che voglio capire se risulterà utile oppure no. Sento ancora tanta paura di una possibile ricaduta, di varianti, di peggioramenti e proprio per questo non riesco a pensare positivo. Tutti auspichiamo che si possa tornare a fare discoteca, ad organizzare eventi ma al momento non possiamo che essere in attesa di sviluppi».

Tornando indietro alle promesse e alle speranze dei mesi scorsi, non può non emergere una nota di delusione: «Più che deluso ho constatato la totale mancanza di chiarezza. Dire che in giro non ci sia aggregazione è una falsità, il distanziamento in alcuni luoghi è inesistente. Le discoteche potevano riaprire in modo sicuro, attraverso il Green pass o attraverso tamponi salivari disponibili ad un costo irrisorio con una percentuale di attendibilità del 98%. Inoltre, navigando a vista si incentiva l’abusivismo di diverse serate. Allora mi chiedo, non sarebbe meglio regolarizzare certi eventi e farli gestire a dei professionisti che hanno un’apposita licenza?».

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