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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Stress da Covid, Katia Marilungo: «Molti non possono accedere al sostegno psicologico»

La presidente dell'ordine degli psicologi delle Marche, Katia Marilungo, fa il punto della situazione ad un anno dallo scoppio della pandemia

Le incertezze sul lavoro, lo stile di vita limitato a pochi e rari spostamenti, la paura del contagio, l'ansia di non poter avere contatti fisici con nessuno: sono questi alcuni dei timori più ricorrenti che, da un anno a questa parte, attanagliano la mente della maggior parte delle persone. Il risultato è un aumento dello stress e una potenziale esposizione a traumi e problematiche più importanti. A certificare il fatto è anche un'indagine realizzata dall'Istituto Piepoli per il Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi. Il cosiddetto "stressometro" in Italia si attesta al 64%, registrando un incremento del 3% rispetto alla settimana precedente. E' difficile immaginare come un giorno, quando ogni cosa tornerà alla normalità, tutto questo sarà considererato solo come un brutto sogno. Più verosimile il fatto che si potranno verificare conseguenze psicologiche significative a quanto vissuto finora. «Essere stati sottoposti ad un anno di limitazioni - spiega la presidente dell'ordine degli psicologi delle Marche, Katia Marilungo - ed aver subito mesi e mesi di isolamento, essere continuamente esposti ad un numero enorme di informazioni stressanti, ha influenzato fortemente la psiche di moltissime persone. Inoltre non c'è ancora un'idea precisa di quando tutto questo finirà. Più si va avanti e più il carico diventa pesante. Il fattore dell'imprevedibilità è determinante e anche noi psicologi lo scorso anno non potevamo prevedere tutto questo». 

Traumi e sindrome dell'on-line brain

Le reazioni al malessere possono mostrarsi sotto diverse forme: «I negazionisti ad esempio - prosegue la dottoressa - anche loro soffrono questa situazione. La negazione è un meccanismo di difesa quando si è impossibilitati a gestire un eccesivo carico ansioso. Ci sono poi i soggetti che reagiscono in modo più rigido delle regole stesse: si isolano, hanno difficoltà a mantenere vive le relazioni e sviluppano una vera fobia quando si tratta di uscire di casa. Nelle fasce più giovani, poi, c'è il fattore smartphone che, in certi casi, può creare dipendenza e portare ad una demenza digitale (sindrome dell’on-line brain)». Ma per ogni situazione c'è un timore, un disagio dovuto al confinamento. «Lo stress da smart working per i lavoratori adulti - prosegue al Marilungo - la dipendenza piscologica tra i giovanissimi ma anche la sindrome psicologica di non aver accesso alle cure per i malati oncologici, la deprivazione di stimoli nelle persone anziane che li porta ad un più rapido declino: sono moltissime le problematiche che sono state identificate in questo lungo periodo. Per la nostra esperienza clinica posso affermare che è aumentata in maniera evidente la richiesta di auto psicologico. C’è effettivamente un disagio percepito ma sono ancora molte le persone che non possono avere accesso alle forme di sostegno. Il servizio pubblico, infatti, è saturo mentre il privato ha un costo che non tutti possono sostenere». 

Gli obiettivi e il sostegno 

Il bando aperto dal ministero dell'Istruzione ha permesso, a chi ne ha fatto richiesta, l'inserimento di uno psicologo all'interno degli istituti scolastici marchigiani. Dunque i giovanissimi possono rivolgersi al referente con cui confrontarsi, anche se attraverso uno schermo. Gli adulti possono invece rivolgersi ai 2770 professionisti sparsi in tutta la Regione. «Abbiamo come ordine delle Marche molti punti su cui stiamo lavorando - progue la presidente dell'ordine - tra le altre cose ci sono dei progetti sulle pari opportunità nella nostra professione, inoltre siamo attivi per creare importanti scambi con altri ordini professionali come quelli degli assistenti sociali e dei consulenti del lavoro per analizzare i fattori di stress correlato. Non dimentichiamo poi le disabilità e il lavoro sui Bes (bisogni educativi speciali) che riguardano la psicologia scolastica». 

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