Famiglia positiva al Covid, Orietta e la paura di non farcela: «E' come un uragano in casa»
Orietta, suo marito Mario e la figlia Ester sono risultati tutti e 3 positivi al Covid. La malattia ha attaccato i polmoni: «Se siamo qui dobbiamo ringraziare il medico di famiglia e gli angeli dell'Usca»
Una famiglia intera travolta dall'urgano Covid oggi può raccontare la sua storia. La loro è stata una battaglia lunga e difficile e in tre, uniti e fiduciosi, hanno combattuto anche grazie all'auto dei medici e del personale Usca che ogni singolo giorno, per un mese, li hanno incoraggiati e seguiti con messaggi e telefonate. E' la storia di tre senigalliesi, Orietta, impiegata di 54 anni, suo marito Mario che ha 59 anni e la loro figlia Ester che lavora a Roma. Proprio lei in quei giorni si trovava a casa dei genitori, un po' per via dello smart working un po' perché era una buona scusa per farsi coccolare dai genitori. Per questa bella famiglia le giornate passano veloci tra il lavoro, la spesa e gli impegni quotidiani.
Il Covid è entrato d'improvviso nella loro casa un pomeriggio di novembre e ha colpito forte. In particolare Orietta Solazzi, 54 anni, che soffre di una forma di diabete molto difficile da tenere a bada. Ha scoperto lei per prima di essere positiva al corona virus ma non è stata certo una sopresa: «Sentivo già nei giorni precedenti dei dolori molto forti alle ossa - spiega Orietta Solazzi - ero stanca, non sentivo i sapori e gli odori. Inoltre avevo la febbre a 40 che non scendeva mai. Era un incubo, ma il peggio doveva arrivare. Il giorno dopo anche mio marito ha avuto risposta. Anche lui positivo al tampone. Il nostro calvario è durato un mese e se raccontiamo questa storia è grazie al supporto del nostro medico di famiglia Marco Scorcelletti e i dottori dell'Usca di Senigallia, in particolare i dottori Edoardo Rossetti e Teodora Consalvo. Tante volte abbiamo pensato di non farcela. Per fortuna nostra figlia che per tutto il tempo è stata positiva asintomatica ci ha dato la forza e tanto aiuto per superare questo periodo orribile».
Le giornate di questa famiglia, come di quelle di milioni di italiani, sono diventate buie, cupe. Le ore si sono trasformate in macigni da scavalcare e l'ansia ha preso il posto della frenesia quotidiana: «I dottori ci hanno detto solo dopo che se non fossimo migliorati ci avrebbero ricoverati entrambi - prosegue la Solazzi - sono venuti a casa con tutte le strumentazioni e ci hanno fatto un'ecografia che ha mostrato la cosa peggiore che potessimo aspettarci: il virus aveva intaccato i nostri polmoni. Poi piano piano abbiamo iniziato a migliorare, mio marito stava sempre meglio e anche io acquistavo le forze ogni giorno. Dopo quattro settimane finalmente abbiamo ricevuto la risposta tanto attesa, eravamo entrambi negativi. Un sollievo incredibile anche se questa malattia lascia strascichi non indifferenti».
Ora la luce è tornata in casa di questo nucleo, anche se la tempesta ha lasciato la paura che il Covid possa rientrare nelle loro vite: «Quando alla tv sento di persone che violano la quarantena mi viene davvero il nervoso. E' importante che tutti stiano a casa e che rispettino le regole. Non è uno scherzo e solo chi ci è passato può capire. Per questo mi sento di consigliare a tutti di non prendere la cosa sottogamba. Voglio ancora ringraziare tutti i medici che mi sono stati vicino e l'ufficio d'igiene che ci ha aiutato giorno per giorno. Senza di loro non ce l'avremmo fatta».