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«Sono cardiopatica, con la palestra vivo bene»: Ilaria lotta per la salute del suo cuore

Con le chiusure disposte dai vari Dpcm non si allena più da mesi. Per lei non è solo una questione di forma fisica ma c'è molto di più in ballo

Ilaria Masi, giovane anconetana classe 1990, si allena da undici anni in palestra, ha una forza di volontà di ferro e a soli trent'anni ha già subito due grossi interventi al cuore, uno all'età di sei anni e uno a dodici. Ilaria è nata con una cardiopatia congenita e soffre di bradicardia. Il suo cuore batte in maniera lenta e irregolare ma, grazie allo sport e all'attività fisica, può esercitare questo muscolo proprio come tutti gli altri, migliorando così l'efficienza e la salute cardiovascolare. Purtroppo però a causa della pandemia da tre mesi non si allena più. Quasi tutte le strutture sportive hanno chiuso i battenti per via delle norme anti contagio e anche Ilaria ha interrotto all'improvviso le sue sedute di allenamento nella palestra Planet Combat Gym di via Anfossi. «Da quando è iniziato questo momento - racconta Ilaria - non riesco più ad avere una vita completamente serena. Sono 11 anni che vado in palestra e questo continuo tira e molla di chiusure e aperture mi ha dato la mazzata finale. Per via del mio problema devo essere costante nel movimento. Così sono costretta anche ad alzarmi di notte per via dei battiti troppo bassi e devo fare una decina di volte il pianerottolo correndo perché altrimenti non riesco a dormire».

Verrebbe facile pensare che, se non c'è più la possibilità di praticare corsi o di frequentare la sala pesi, ci sono sempre dei modi alternativi per tenersi in movimento. Nei casi come quelli di Ilaria, però, questo non è abbastanza. «Mi alleno, si fa per dire, a casa con quello che ho - prosegue - ma ovviamente non è la stessa cosa. Tutti i giorni vado a correre chilometri e chilometri al mare, per respirare aria sana e rigenerarmi. Ho dovuto conquistare la vita e adesso vivo con la paura che tutto il mio lavoro vada a farsi benedire. Non lo accetto e non lo permetto. Io credo che tutto si possa fare con le giuste regole e con le misure di sicurezza necessarie in questo momento storico. Si sono andati a penalizzare quei luoghi come le palestre in cui non si sono quasi mai verificati contagi e focolai e questo è ingiusto». 

 Per molte persone lo sport è solo un modo per divertirsi e sudare e il fatto che la palestra sia aperta o meno, cambia poco. Per altri, invece, è un modo per restare in vita e per progredire giorno dopo giorno nonostante le difficoltà «Sono anche la collaboratrice di Ivan Cottini - continua la ragazza - il modello e ballerino che da otto anni combatte con la sclerosi multipla. Simbolo mondiale della lotta alla malattia. Questa chiusura delle palestre e delle scuole di danza per lui è stata la fine. Il movimento nel suo caso è fondamentale per contrastare la rigidità e spasticità e per rendere i muscoli più sciolti e gli arti più coordinati. Siamo tutti molto preoccupati, stanchi ed esasperati da questa situazione». 

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