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Silvia, giovane medico all’Hub del Paolinelli: «Diventi psicologo, dagli anziani le testimonianze più belle»

La storia di Silvia Sturani, giovane medico neolaureato che da aprile ha prestato servizio all’Hub del Paolinelli, racconta le emozioni e le sensazioni provate nel contribuire in prima linea nella lotta contro il Covid

Una storia di impegno e sacrificio in prima linea. A servizio della campagna vaccinale e della lotta contro il Covid. L’ha raccontata la giovane dottoressa Silvia Sturani (nella foto sotto), classe ’93 neolaureata a marzo scorso all’Università di Padova e da aprile in servizio all’Hub del Paolinelli di Ancona, talvolta anche al Palarossini. Sette mesi in cui, insieme ai suoi compagni di avventura, come scrive sui propri social “non ci siamo mai persi d’animo. Abbiamo ascoltato e rassicurato chi aveva paura”.

Un periodo che arricchisce il bagaglio di esperienza di un giovane medico pronto, come centinaia di colleghi e colleghe, a recitare la sua parte rimboccandosi le maniche nel più vero senso letterale: «Di cose ne sono successe tante in questo periodo. Appena laureata mi sono subito tuffata in quest’avventura perché sentivo che ce ne era bisogno. Tutto mi ha permesso di crescere, anche le cose negative. Abbiamo dovuto affrontare dubbi e leggende metropolitane, con alcuni non è stato facile interagire. C’era chi non voleva firmare il consenso, chi era molto prevenuto. Partivi medico e alla fine chiudevi da psicologo. La cosa bella è stata il team che si è creato, vivere fianco a fianco con persone che condividevano le tue idee. Io vengo dagli Scout, aiutare è sempre stata la mia prerogativa».

 Silvia Sturani-2

Sulle testimonianze più belle ricevute non ci sono dubbi: «Dagli anziani. Ne abbiamo visti di ottanta, novanta ma anche cent’anni. Ti ringraziano, ti abbracciano, ti fanno sentire bene. Ci hanno ripetuto tante volte che grazie al nostro impegno supereremo e vinceremo questa battaglia. Ad oggi il vaccino è l’arma più efficace che abbiamo, ce ne stiamo rendendo conto. Sono venuti anche tanti bambini, alcuni avevano paura, mi è capitato di tranquillizzarli spiegandogli che stavano facendo una cosa bellissima per loro e per tutta la società. Personalmente ho aperto e concluso la mia personale campagna vaccinale con la fascia d’età più bella, gli over 80».

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