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Baby bulli, la psicologa Samantha Vitali: «Con la Dad il fenomeno potrebbe esplodere»

Ne aveva parlato riferendosi ad alcuni casi di violenza che si erano verificati a Parma. Ora la dottoressa parla dei baby bulli ad Ancona

Una psicologa parmigiana parla degli episodi di violenza da parte dei baby bulli avvenuti ad Ancona. Samantha Vitali (nella foto)Samantha Vitali-2 psicologa, psicoterapeuta e collaboratrice della Lega Italiana d'Attacchi di Panico, nonché docente al Maps di Milano,  aveva indicato, in un'intervista a 12 Tv Parma, «la pandemia e la mancanza della scuola in presenza come le cause principali dell'esplosione di episodi di violenza, come quello legato alle baby gang. Allora si trattava di fatti accaduti proprio nella sua città, Parma, poi purtroppo ripetutisi pochi giorni fa ad Ancona».

«Il mondo dei giovani - dice - è quello che è stato in assoluto meno ascoltato durante la pandemia e questo ha accresciuto il loro disagio. Per due anni non hanno avuto accesso ad una socialità garantita dalla presenza a scuola (contesto sano) e adesso stiamo facendo i conti con le conseguenze di quel trauma non elaborato che è stata per loro la perdita di una visione del futuro. Pertanto possiamo aspettarci nuove esplosioni di questi fenomeni e sarà molto importante intervenire come istituzioni e terzo settore quali associazioni, centri aggregativi, ecc. per ascoltare questo disagio, arginarlo e soprattutto prevenirlo». In particolare la scuola «sono gli organi centrali per formare i ragazzi. La famiglia ha sempre un ruolo centrale nell'educazione di un figlio, il vero problema è che ci sono famiglie che riescono effettivamente a stare dietro ai loro figli e altre meno. In questo senso le istituzioni hanno una grandissima responsabilità». Tra i problemi Vitali elenca: «Adolescenza sempre più precoce e conseguente necessità anticipata di appartenenza al gruppo dei pari; effetti di emulazione amplificati dai social; totale mancanza di rispetto dell'autorità maturata all'interno delle famiglie (solitamente poco presenti nella vita dei ragazzi); identificazione con leader negativi incrementata dalla necessità di trasgressione come affermazione di autonomia, tipica dell'età; bisogni di socialità necessari per la crescita, negati. Con la pandemia, questi bisogni fondamentali in età adolescenziale sono stati completamente ignorati, al punto che non basta ad oggi rimandarli a scuola per superare il problema;  alcuni manifestano questo vissuto non elaborato con sintomi riferiti al Sè (vedi ansia, depressione e disturbi alimentari), altri verso l'esterno, da qui l'esplosione di quella rabbia che caratterizza i fenomeni delle così chiamate baby gang». 

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