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Bilancio comunale, allarme tassi di interesse. Vicesindaco: «La Bce fa salire alle stelle gli oneri per i mutui ereditati»

Il vicesindaco Mondaini: «La decisione della Bce fa salire alle stelle gli oneri per i mutui che abbiamo ereditato». Si spera nell’emendamento dell’Anci

ANCONA - A Falconara si fa sempre più in salita la strada per far quadrare i conti del bilancio di previsione 2023 e del bilancio pluriennale 2023-2025: a strangolare le finanze comunali è il nuovo rialzo dei tassi di interesse, deciso nelle scorse ore dalla Banca Centrale Europea. Con mutui ereditati dal passato per 50 milioni di euro, l’amministrazione si troverà a fronteggiare un aumento vertiginoso degli interessi dovuti. «Il rialzo dei tassi di mezzo punto percentuale annunciato dalla Bce, che si aggiunge ai due precedenti rialzi di 0,75 punti ciascuno, fa schizzare alle stelle i costi dei mutui a tasso variabile – è l’allarme del vicesindaco Raimondo Mondaini, con delega al Bilancio –. Nel caso del Comune di Falconara questo comporta maggiori oneri per oltre un milione di euro rispetto al 2022, che incideranno sui conti del 2023 e presumibilmente anche negli anni a venire, dato che il ritorno ai livelli del 2021 non avverrà sicuramente nel breve periodo».

Il vicesindaco Mondaini analizza la situazione falconarese: «Il debito residuo ereditato dal passato ammonta a poco meno di 50 milioni di euro ed è costituito per lo più da mutui a tassi variabili, cosa che ci penalizza fortemente. In questo periodo stiamo lavorando al bilancio di previsione del triennio 2023 - 2025 e siamo costretti a rivedere al ribasso numerose voci di spesa, considerato che il pagamento delle rate dei mutui ha natura obbligatoria e non può essere procrastinato». Per evitare tagli eccessivi alla spesa e quindi ai servizi, l’amministrazione confida nel Parlamento. «Stiamo seguendo con attenzione l’iter di un emendamento alla Legge di bilancio proposto dall’Anci, e da noi caldamente sollecitato, per la sospensione delle quote capitale dei mutui – spiega l’assessore al Bilancio –. Questa eventualità ci consentirebbe di salvaguardare il livello dei servizi riducendo i tagli, specialmente nei settori più sensibili.

Confidiamo che il Governo presti attenzione a questo tema che coinvolge numerosi enti locali (e non solo), frutto di una condotta scellerata di quella oligarchia finanziaria che spinge per alimentare una recessione economica pur di contenere l’inflazione, peraltro legata a fattori esterni e quindi poco sensibili alle contrazioni del credito».

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