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Microcriminalità e baby gang, Nobili: «Servono urgenti interventi di prevenzione»

L’avvocato Andrea Nobili ha posto la lente di ingrandimento sul problema della microcriminalità giovanile che sta sfociando da mesi nel fenomeno delle baby gang. Nella sua analisi non mancano i risvolti sociali

Settimane dopo settimane, mesi dopo mesi, il problema della microcriminalità giovanile che spesso e volentieri sfocia nel fenomeno delle baby gang sta diventando purtroppo una costante. Con l’avvocato Andrea Nobili, tra le altre cose in prima linea su questa tematica da anni, si è cercato di fare il punto della situazione incentrandosi perlopiù sull’aspetto sanzionatorio che talvolta non ottiene gli effetti desiderati:

«Intanto partiamo con il dire che il problema c’è. Il tema del disagio giovanile ha assunto dei tratti emergenziali per certi versi. A livello sociale stiamo vivendo un cambiamento della società che fa sì che povertà educativa e materiale, unite alla crisi che si abbatte sulle famiglie, creino un incremento dei fenomeni di microcriminalità che talvolta assumono contorni criminali a tutti gli effetti. La comunità di accoglienza spesso non fa effetto? Può capitare e le valutazioni del caso spettano ai magistrati. Ci sono volte in cui le situazioni più impegnative richiedano interventi ancor più severi. Non è sempre detto che nei giovani scatti la percezione dell’illecito, il reinserimento deve tener conto di svariati fattori».

Infine le potenziali soluzioni: «I lavori socialmente utili li vedrei bene se questi giovani venissero coinvolti a favore di altri progetti. Questa tipologia di sanzione crea una coscienza. A mio parere, tuttavia, l’urgenza è un'altra. Bisogna potenziale gli interventi di prevenzione, prevenire è meglio che reprimere. Bisogna capire dove ci sono quei disagi e intervenire prontamente così da intercettare la devianza prima che essa si manifesti».

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