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Autorità portuale, Mangialardi: «La destra non sa come giustificare la rimozione di Giampieri»

Il capogruppo regionale del Partito Democratico interviene sulla sulla protesta di FdI sul protocollo d’intesa sottoscritto dall’Autorità di Sistema Portuale con la Regione Abruzzo per l’inserimento del porto di Ortona nelle strategie europee

Maurizio Mangialardi, capogruppo del Pd tuona: «Ancora una volta la destra anconetana e marchigiana ricorre alla mistificazione per tentare di rimediare ai danni arrecati al territorio dai suoi esponenti. Questo è il senso dell’assurdo e scomposto attacco all’amministrazione comunale di Ancona per il protocollo d’intesa sottoscritto dall’Autorità di Sistema Portuale con la Regione Abruzzo per l’inserimento del porto di Ortona nelle strategie europee. Un mero diversivo promosso da chi, constatato il largo consenso esistente intorno alla presidenza Giampieri, doveva in qualche modo inventarsi qualcosa per gettare discredito sulla sua figura, al fine di far digerire la decisione di rimuoverlo, partorita dalle loro segreterie romane».
 
Così il capogruppo regionale del Partito Democratico interviene sulla protesta inscenata da Fratelli d’Italia contro il protocollo d’intesa sottoscritto dall’Autorità di Sistema Portuale con la Regione Abruzzo per l’inserimento del porto di Ortona nelle strategie europee. «Va detto, infatti – spiega Mangialardi - che il suddetto protocollo rientra pienamente nella missione che l’Authority è chiamata a svolgere su ben cinque porti, di cui tre marchigiani e due abruzzesi, con una visione di sistema, evitando miopi logiche campanilistiche. Ma la cosa veramente importante da sottolineare è che tale protocollo non mina in nessun modo il ruolo di Ancona, il cui porto intercetta il 90-95% dei traffici commerciali dell’intero sistema portuale e, grazie soprattutto al lavoro svolto da Giampieri e dal Comune di Ancona negli ultimi anni, si è fortemente radicato nelle strategie europee, diventando prima una diramazione del corridoio Helsinki-La Valletta e, dal 2021, terminale del corridoio Baltico-Adriatico, da cui era rimasto sempre escluso. Tutto ciò, vale la pena ricordarlo, ha permesso allo scalo dorico di intercettare ingenti risorse europee per progetti legati al suo sviluppo, tra cui quello riguardante l’intermodalità nei pressi della nuova darsena, e di acquisire una solida posizione nella rete primaria dei nodi strategici infrastrutturali europei, che non sarà di certo messa in discussione da protocolli riguardanti la rete minore».
 

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