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Autorità portuale, cambio al vertice: Africano succede a Giampieri

L’ingegner Matteo Africano, 43 anni, romano, prenderà il posto di Rodolfo Giampieri, il quale sta per terminare la proroga del suo incarico

Cambio al vertice del sistema portuale Adriatico centrale. L’ingegner Matteo Africano, 43 anni, romano, prenderà il posto di Rodolfo Giampieri. Africano fa parte del comitato di gestione dell’autorità portuale di Civitavecchia dalla primavera 2017. Giampieri sta per terminare la proroga del suo incarico, decisione presa lo scorso dicembre dall’allora ministro delle infrastrutture Paola De Micheli. 

Le reazioni

Il consiglio direttivo dell'associazione Italia Nostra in un comunicato ringrazia il presidente uscente per il lavoro svolto. «E' stato uno dei soggetti che favorirono l’eliminazione di molta parte delle barriere artificiali sulle banchine - si legge nella nota - imposte dal trattato di Schengen; ha presieduto all’abbattimento dei silos (inutilizzati da tempo); ha investito risorse economiche per opere di recupero e il restauro nell’ambito portuale, nonché ha permesso l’installazione della fontana “dei due soli” dell’artista anconitano Cucchi. L’esperienza amministrativa di Giampieri si conclude contemporaneamente all’annuncio dell’abbandono della sosta in porto delle navi da crociera della Msc, un progetto fortemente sostenuto dal presidente uscente; un progetto fortemente contestato da noi e dalla cittadinanza per i danni all’ambiente ed alla salute per ben 15 milioni l’anno, come affermato nel progetto stesso. E’ per questo motivo che la Regione Marche ha disposto che il progetto sia sottoposto a procedura di Valutazione Ambientale Strategica ed a Valutazione di Impatto Ambientale. Altro argomento divisivo con il presidente fu la chiusura della Stazione Marittima delle Ferrovie dello Stato, voluto dalla amministrazione comunale e deciso dalla Regione Marche». Italia Nostra aggiunge: «Ora si deve aprire un nuovo capitolo che deve vedere il nuovo presidente, Matteo Africano, impegnato in un rilancio delle attività infrastrutturali del porto quali l’uscita dal porto a nord, il completamento della Banchina Marche, la realizzazione della “penisola” del progetto Montanari che permetterà l’allontanamento del traffico traghetti e  crocieristico  dal Porto Storico; un sito quest’ultimo che merita il riconoscimento Unesco come proposto da noi e di cui avremo modo di riparlare». 

L'incarico affidato ad Africano ha suscitato la durissima reazione dell’ex consigliere regionale della Lega, Sandro Zaffiri. «Una nomina – rileva Zaffiri – che rappresenta un vero e proprio affronto alle Marche, ai marchigiani e alla città capoluogo che, in un colpo solo, abbassano il loro peso specifico sul piano nazionale. Senza nulla togliere alle indiscutibili capacità professionali dell’ingegner Africano, infatti, la nomina di un non marchigiano alla guida di un ente e di una infrastruttura storicamente così rilevante è una sconfitta sul piano del riconoscimento delle potenzialità che i marchigiani possono e sanno esprimere». Zaffiri aveva sponsorizzato la riconferma di Giampieri e comunque di un marchigiano alla guida dell’autorità portuale per segnare continuità con quanto di buono realizzato nella mandatura. «Dopo i favori fatti all’Umbria – incalza Zaffiri – ora un evidente regalo all’Abruzzo che tradisce le aspettative di sviluppo delle Marche e che le impoverisce enormemente anche sul piano dell’immagine».

Maurizio Mangalardi, capogruppo regionale del Partito Democratico, ha commentato così: «Alla fine hanno le logiche politiche hanno prevalso sui bisogni del territorio. Dispiace molto, ma non sorprende la decisione di chiudere in maniera così brusca l’era della presidenza Giampieri, che pure tanti risultati positivi e importanti era riuscita a conseguire nel corso degli ultimi anni. Con tale scelta, la giunta regionale dimostra ancora una volta non solo di rispondere esclusivamente alle segreterie nazionali di Fratelli d’Italia e Lega, anziché alle marchigiane e ai marchigiani, ma anche di essere totalmente impermeabile alle richieste delle istituzioni cittadine, delle realtà imprenditoriali del porto, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali». 

«Come gruppo assembleare – spiega Mangialardi - vista l’importanza che, anche in termini occupazionali, nel quadro dell’economia regionale rivestono i porti e i diversi settori della Blue Economy, avevamo chiesto che si evitasse un salto nel buio con la scelta di una figura catapultata da fuori regione, estranea alle problematiche del nostro territorio. Non è una questione di campanilismo, bensì di dare risposte certe e immediate a un sistema portuale che, messo anch’esso in grande difficoltà dalla crisi sanitaria, ha necessità di elaborare in sintonia con il tessuto economico, sociale e amministrativo locale i progetti legati alla programmazione delle risorse europee previste dal Next Generation Eu, a partire dalle opere potenziamento infrastrutturale come la creazione del molo per l’attracco delle navi da crociera di ultima generazione al porto di Ancona. Speriamo che la giunta regionale e il nuovo presidente della Authority ne siano consapevoli». 

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