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Taglio di 40mila posti letto, Anaao Assomed: «Esiste una vera riforma?»

I sindacati Anaao Assomed Marche e Nursind hanno proposto una riflessione guardando alla situazione sanitaria nelle Marche rimarcando il diritto alla salute dell’art.32 e le opportunità dei fondi del PNRR

«Il diritto alla salute non può essere messo in discussione in nome del rigore e della riorganizzazione considerando che usciamo da due pandemie, quella del Covid e quella delle trascuratezze nei confronti della sanità pubblica negli ultimi 40 anni». Ecco la sintesi dell’incontro organizzato da Anaao Assomed Marche, sindacato di medici e dirigenti sanitari, e Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche. La premessa fondamentale dalla quale sono partiti tutti gli interventi di illustri esperti ed operatori sanitari è la difesa della sanità pubblica, il suo finanziamento e la disponibilità di personale qualificato per affrontare le nuove e vecchie criticità recuperando il concetto di capitale professionale e tornando a investire sulla prevenzione.

Sul tavolo dei molti argomenti di riflessione dell’incontro c’è il rapporto tra strutture sanitarie e territorio e le opportunità offerte dal PNRR. Il nodo resta però sempre quello del personale di cui si parla troppo poco mentre il problema è reale perché mancano gli specialisti almeno per i prossimi 3-4 anni. La senatrice Laura Stabile, membro della Commissione Salute del Senato, ha introdotto i lavori argomentando sul tema dell’integrazione tra ospedale e territorio «Non sembra che si stia andando verso una riforma ma che si voglia mantenere l’esistente – ha detto – perché non si introducono nuove energie e il Governo appare essere senza una visione complessiva». Ivan Cavicchi, Docente all'Università Tor Vergata di Roma, esperto di politiche sanitarie, ha argomentato sul rapporto tra cure territoriale e cure ospedaliere con la premessa della necessità di ribadire quanto scritto nell’art.32 della Costituzione che garantisce il diritto alla salute per tutti. “Il PNRR è miope ed è stato previsto destinando 20 miliardi di spesa ma è stato costruito senza ascoltare chi conosce la complessità del sistema sanitario – ha detto – considerando poi che negli ultimi 30 anni il sistema di prevenzione è stato spazzato via”. «Il Presidente Draghi – ha ricordato Cavicchi - ha detto che l’unico modo per spendere bene è riformare ma, il PNRR non riforma nulla e si muove sulla teoria del rafforzamento del potenziamento”. “Tuttavia – ha ricordato - assegna dei fondi cospicui che sono un’occasione da non perdere per il sistema sanitario complessivo e per i fondi che arriveranno anche nelle Marche».

Il tema del personale ricorre anche nella riflessione che riguarda questa regione. «Nelle Marche – ha aggiunto il docente di Tor Vergata - il tentativo di riaprire vecchi ospedali sembra che ci sia in un quadro complessivo che ha tagliato in Italia 40mila posti letto ospedalieri. Il punto è spendere bene i fondi del PNRR perché se aumentiamo la spesa sanitaria senza eliminare le contraddizioni del sistema perdiamo un’occasione e sprechiamo preziose risorse».

Nella sua relazione Oriano Mercante, segretario regionale di Anaao Assomed Marche ha ricordato che “la giunta regionale ha parlato di sanità diffusa ma il tema del personale è preminente considerando che sia i medici che gli infermieri, nel pronto soccorso in particolare ma non solo, non vogliono più lavorare negli ospedali regionali per molteplici motivi, andando ad acuire una carenza di personale che è evidente”. «Per realizzare gli ospedali i 13 ospedali di primo livello annunciati dalla Giunta Regionale – ha concluso - non è chiaro dove si possano reperire i medici e gli infermieri necessari considerando che gran parte di copertura dell’orario se ne va per coprire le notti e i festivi azzerando la capacità di svolgere attività ordinaria». All’incontro ha partecipato Dino Latini, Presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche ed è intervenuto il Consigliere Regionale Carlo Ciccioli che ha offerto al dibattito in sala alcune anticipazioni circa le intenzioni del governo regionale (che sono tuttavia ancora in discussione) in materia di politica sanitaria regionale e provando a rispondere alle molte sollecitazioni ed interrogativi emersi nel corso dell’incontro. “Per quasi un anno tutte le scelte in maniera sanitaria sono state congelate dalla gestione dell’emergenza” – ha detto Ciccioli. “Abbiamo messo mano al Dipartimento Salute e dal 1 dicembre prende servizio il nuovo Direttore”. “Entro marzo intendiamo rivedere la LR 13”. «L’Asur – ha annunciato il consigliere regionale - rimarrà come cornice ma riporteremo parte della capacità di spesa alle Aree Vaste assegnando la gestione di risorse”. “L’azienda ospedaliera di Pesaro sarà chiusa – ha anticipato Ciccioli - riportando l’ospedale di Pesaro dentro l’AV1. Torrette resterà come Azienda Ospedaliera di II livello come unica nelle Marche e su cui investiremo per farla crescere anche rafforzando la sinergia con l’Università Politecnica delle Marche. Il nuovo Piano Sanitario con l’analisi dei bisogni sarà affidato o all’Università di Parma o al Sant’Anna di Pisa, lavorando poi a personalizzarlo secondo le nostre esigenze. Una parte dei presidi sanitari resteranno ad appannaggio dell’entroterra convinti però che sono le persone che fanno la sanità e non il luogo fisico dove si effettuano le cure”. Secondo Ciccioli il sistema di gestione della spesa per l’assistenza sanitaria è sottostimato in Italia “ricordando che la giunta ha assegnato risorse per ulteriori 5,1 mln per le RSA”. La tematica dei posti letto è sempre calda. “Sui posti letto occorrerà rivedere il sistema perché è inaccettabile che non ci sia posto in reparto e dobbiamo pensare ai posti letto di riserva perché non abbiamo dimenticato le 36 ambulanze in fila fuori dall’ospedale di Torrette nel picco della pandemia». Ciccioli ha ricordato che la sanità privata assorbe circa il 16% del bilancio regionale, per un totale di 3,2 mld destinato alla sanità su 4,5 mld di bilancio regionale complessivo. Riguardo al personale «il problema sui concorsi va risolto così come sui medici di famiglia». Riguardo al PNRR «le Marche avranno 1,1 mld in più in 5 anni e se saremo pronti faremo tante cose per migliorare la sanità. Intanto con il bilancio di assestamento abbiamo destinato circa 10 mln per completare il Salesi, l’ospedale di Fermo e il nuovo ospedale Ancona sud. L’Ospedale di Torrette dovrà dismettere una serie di attività ordinarie che saranno trasmesse all’Inrca ospedale di Ancona Sud alleggerendo lo stesso ospedale regionale e divenendo il secondo ospedale del territorio di Ancona».

Le tematiche direttamente riguardanti gli infermieri sono state presentate da Donato Cosi, consigliere nazionale del Nursind, che ha preceduto l’intervento di Elsa Frogioni, Segretaria Nursind Asur Marche Av2. Cosi ha rimarcato che «tutte le criticità sottolineate dai medici sono comuni anche agli infermieri e che la pandemia ha solo acuito una situazione già complicata in termini di penuria di dotazioni di personale e di difficoltà molteplici a svolgere la propria attività per le complicate condizioni di lavoro». Mauro Silvestrini, Preside della Facoltà di Medicina dell’Università Politecnica delle Marche ha rimarcato “l’impegno dell’Università Politecnica verso la formazione delle figure da inserire nel comparto sanitario immatricolando 450 aspiranti infermieri e ampliando l’offerta aprendo corsi in nuove sedi sul territorio”. Nell’a.a. 2015/16 c’erano 160 immatricolati a Medicina e Chirurgia mentre quest’anno 275 nuovi immatricolati a confermo che l’ateneo sta facendo la sua parte.

Le conclusioni sono state a cura del Segretario Nazionale di Anaao Assomed Carlo Palermo che in video conferenza ha rimarcato “la gravità dei cospicui tagli del personale superata solo dalla straordinaria disponibilità degli stessi addetti a mettersi a disposizione nel momento più grave della pandemia”. «Ricordo – ha aggiunto – che abbiamo avuto 30mila morti in più”. “Il tema del pensionamento di circa 6mila medici atteso nei prossimi anni non può che peggiorare il quadro e per questo occorre un’attenzione particolare al capitale umano perché le strutture per quanto all’avanguardia, da sole non fanno assistenza. Qualcosa si vede nell’ultima legge di bilancio dando possibilità di assunzione ma c’è molto da fare pur apprezzando i tentativi».

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