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VIDEO | Il terremoto cancella Pescara del Tronto, la giornata dello strazio

Il servizio video a firma di Stefano Pagliarini - Riprese e montaggio di Gino Bove

Case sventrate, auto sommerse dai detriti, strade spaccate come ad aprire una porta verso l'inferno. Quello in cui è precipitato il Comune di Arquata del Tronto, dopo il terremoto che alle prime ore del 24 agosto ha sconquassato il Centro Italia, cancellando la frazione di Pescara del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. Sul posto Protezione Civile e Vigili del Fuoco, impegnati dalle prime ore del mattino con centinaia di uomini provenienti da mezza Italia: da Ascoli e dalle altre provincie marchigiane. Ma anche dall’Umbria, dall’Abruzzo, Emilia Romagna e Veneto. Sotto la supervisione di Polizia e Carabinieri a garanzia dell'ordine pubblico e a fianco di chi, anche a mani nude, ha scavato per cercare superstiti. Ricerche in cui sono stati impegnati uomini e donne della Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato Esercito e Guardia Costiera. 

La terra ha tremato alle 3:36 con una tremenda scossa di magnitudo 6.0, squarciando la quiete notturna del Centro Italia (Lazio, Umbria, Marche): epicentro nei pressi di Accumoli, in provincia di Rieti, con profondità di 4 chilometri. Diverse le repliche, le più forti delle quali, magnitudo 5.4 e 5.1, nella zona di Perugia, alle 4:33. Poi la terra ha tremato per tutto il resto della giornata, rigettando nel terrore tutti coloro che, nel corso nella mattinata, si erano riversati al campo base allestito dalla Protezione Civile delle Marche, all’interno del recinto da gioco del campo da calcio di Arquata del TrontoTra loro c’era anche Alfio Filotei, residente a Pescara del Tronto ma da anni impiegato a Roma che, in lacrime, ha raccontato: «Prima c’è stata la botta. Poi ci è cascato il solaio addosso e a pochi centimetri da me è crollata una trave di legno. Io e mia moglie siamo fuggiti. Ho dovuto sfondare la porta che era bloccata e poi mi sono ritrovato in strada, dove ho visto due ragazzini sotto due massi enormi, erano morti, uno aveva 18 anni ed era il figlio di un mio amico, l’altro avrà avuto 16 o 17 anni. Lì vicino c’era un’altra ragazzina viva ma con le braccia rotte. Ho provato ad aiutarla…La strada era spaccata in 4, eravamo all’inferno». Lo stesso incubo vissuto anche dal vescovo di Ascoli Mons. Giovanni D’Ercole che è stato testimone di uno dei primi corpi estratti. Era un ragazzino, morto, a cui il vescovo ha dato l’ultima benedizione. In quell’inferno ha bruciato tutta Pescara del Tronto, diventata la tomba dei primi morti e l’incubo di un intera comunità terremotata. Alcuni residenti ascolani. Altri turisti provenienti dal Lazio e dalla capitale, in soggiorno nella cittadina di montagna per trascorrere gli ultimi giorni di ferie estive. E mentre le  ambulanze della Croce Rossa trasportavano feriti nei centri di raccolta, altri soccorritori ingaggiavano una lotta contro il tempo per cercare i sopravvissuti sotto le macerie, seguendo quelle urla strazianti che si mescolavano alla polvere e ai pianti disperati di chi non aveva più notizie di un proprio familiare. Per fortuna qualcuno è stato trovato vivo, come i due fratellini romani estratti vivi dallo zio

I POLITICI. Nel pomeriggio sono arrivate diverse personalità politiche. Prima il Ministro delle infrastrutture Graziano Delrio. Poi la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, che ha ringraziato tutti coloro che si sono adoperati nella ricerca dei sopravvissuti e, per quanto concerne l’accoglienza, ha detto: «Tutto quello che deve essere fatto verrà fatto nel minor tempo possibile». Presente anche il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, per cui le tappe sono 3: «La priorità è il rispetto dei tempi sanitari per i feriti e la ricerca dei sopravvissuti, poi la sistemazione dei terremotati che non hanno più una casa e infine una ricognizione per fare i conti di tutti i danni strutturali e infrastrutturali in vista della fase della ricostruzione». 

Alla fine il bilancio della giornata è pesantissimo: 37 morti e più di 1.500 persone senza più una casa. I terremotati appunto, che trascorreranno la notte nella tendopoli allestita dalla Protezione Civile, lungo la Salaria, proprio sotto la parete dove, un tempo, sorgeva Pescara dal Tronto. 240 posti letto vicino ai quale tanti volontari dell’Anpas Marche sono impegnati nell’installazione anche di una maxi cucina e del C.O.C. (Centro Operativo Comunale). Entro la mattina del 25, altre 30 tende saranno allestite nel campo base della Protezione Civile al campo da calcio di Arquata. Lì a fianco dovrà sorgere la nuova e temporanea caserma dei Carabinieri locali. A pochi metri dalla base logistica dei Vigili del Fuoco, i cui mezzi pesanti hanno trasportato per tutto il giorno bagni pubblici, escavatori e container. Gli stessi vigili del fuoco che sono ancora alla ricerca di qualche vita da salvare sotto le macerie, al buio, in un angolo di roccia di cui non è rimasto più nulla. ma le speranze di trovare qualcuno vivo sono appese ad un lumicino. Le urla strazianti ormai non si odono più. 

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