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«Voglio correre il Gran Premio del Giappone», Valentino sta meglio e fissa l’obiettivo

Nella stanza di Torrette il campione di Tavullia ha ricevuto i familiari, gli amici e il presidente del Coni Giovanni Malagò. Niente da fare per i tifosi in cerca di autografo

«Voglio tornare in pista per il Gran Premio del Giappone». Obiettivo e parole di Valentino Rossi rilasciate al numero uno del Coni, Giovanni Malagò, sul letto dell’ospedale di Torrette. «E’ impressionante, è carico, positivo e ha un’energia contagiosa. Il suo obiettivo è il Giappone (15 ottobre), ma bisognerà vedere cosa dicono i medici» ha detto il presidente del Comitato Olimpico Nazionale dopo l’incontro con il campione di Tavullia. Un colloquio di circa 40 minuti. Malagò è stato uno dei pochi a incontrare il nove volte campione del mondo di motociclismo dopo l’intervento notturno per la frattura di tibia e perone.

L’ospedale di Torrette è stato un viavai di fan per tutta la giornata di venerdì, ma i tifosi del “dottore” non sono riusciti a salutarlo personalmente. Valentino si trova al quarto piano, divisione di ortopedia dove è stato operato dal dott. Pascarella e dagli anestesisti Mauro Borioni e Ilaria Valentini assistiti dall'equipe infermierista Paolo Duca, Davide Catalani e Moreno Marchetti. La sua stanza, in fondo al lungo corridoio, è separata dal resto del reparto da due grandi porte gialle. Davanti al secondo sbarramento c’è perfino un agente di vigilanza privata a tenere lontani fans e curiosi. Area off-limits dunque, eccetto per i familiari e gli amici più stretti. Accanto a lui è rimasta mamma Stefania, raggiunta dal fratello e pilota di Moto2 Luca Marini e dal Managing Director della Yamaha, Lin Jarvis. Nella stanza c’erano anche il telemetrista di Rossi, Matteo Flamigni, l’amico Alberto Tebaldi e l’assistente Alessio Salucci che i fan conoscono come Uccio. E’ stato proprio Uccio l’unico a parlare con la stampa nel lungo pomeriggio. Nel corso della giornata sono arrivati anche il leader del campionato Moto2, Franco Morbidelli, e il pilota di Moto3 Andrea Migno.

LA DELUSIONE DEI FANS. Nulla da fare invece per i giovani che hanno raggiunto Torrette con le maglie gialle, i caschi e la scritta VR46 stampata sul tessuto. Un autografo del mito? No, non oggi. «La guardia giurata ci ha detto che non riceve nessuno» raccontano Lorenzo e Giacomo mentre mestamente tornano nell’ascensore per dirigersi all’uscita. «Siamo suoi tifosi, ma non siamo riusciti a vederlo neppure da lontano». Le porte del lungo corridoio si sono spalancate alle 18,23 per Giovanni Malagò: «Ero di passaggio perché sono andato a vedere degli impianti sportivi nelle zone terremotate e ora andrò a Pesaro per i mondiali di ginnastica ritmica. Mi sembrava doveroso salutarlo, abbiamo parlato della dinamica dell’incidente e ha detto che l’infortunio dell’altra volta gli aveva fatto più male. E’ l’atleta per antonomasia con lo spirito del ragazzino, la carica che trasmette è contagiosa- ha detto Malagò- ci siamo salutati con la promessa che ci sentiremo presto e che dopo il mondiale andrò a trovarlo a Tavullia»

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