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Scherma, Londra 2012: intervista a Valentina Vezzali

Dopo aver incontrato Elisa De Francisca, abbiamo avuto un confronto anche con la nostra portabandiera Valentina Vezzali. Dall'emozione per Londra al suo rapporto con le Marche, ecco la nostra esclusiva

Le Olimpiadi di Londra 2012 si stanno avvicinando. Gli atleti che rappresenteranno la Regione Marche sono 15, di cui 3 faranno parte della selezione per le Paraolimpiadi e alcuni giorni fa il Governatore regionale Gian Mario Spacca li ha salutati. Tra questi quindici marchiani sarà presente anche la famosa schermitrice Valentina Vezzali che, anche in qualità di portabandiera, sarà forse la più rappresentativa del gruppo degli azzurri. Da ieri la Vezzali è a Legnano a giocarsi l'ennesimo titolo della sua carriera: gli Europei di scherma. Noi l’abbiamo intervistata.

Il Coni ha deciso: sarà lei la portabandiera italiana all’Olimpiade di Londra. Che cosa significa questo per lei?

Non dimenticherò mai il momento in cui mi è stato comunicato ufficialmente. E’ stata un’emozione indescrivibile, così come quando poi il Presidente del CONI Gianni Petrucci mi ha chiamata ad entrare nel Salone d’Onore nel corso della riunione del Consiglio Nazionale. Sono momenti che auguro a tutti di vivere. Adesso rifletto ogni giorno su quello che significa essere portabandiera e rappresentare lo sport italiano. Mi auguro di esserne degna e soprattutto vorrei tanto che quella bandiera che porterò sventolasse al vento dell’orgoglio dell’essere italiani.

Che cosa si aspetta da queste Olimpiadi? C’è qualche atleta che teme particolarmente?

Ogni Olimpiade ha una storia a sé, perché arriva a quattro anni di distanza l’una dall’altra. Si cresce, si matura, si fanno tante esperienze e si è diverse. Sulle avversarie, non c’è una più temibile dell’altra. Tutte quelle che si qualificano ad un’Olimpiade sono da temere. La scherma è un mondo sportivo che si compone di diverse personalità. Ognuna punta ad emergere, come accade in tutti gli sport individuali. Poi, queste individualità, si uniscono nelle prove a squadre. Personalmente, poi, ho spesso reso un’avversaria più temibile di quello che poi si è dimostrata in pedana. Ecco perché temo tutte ma so che nessuna è invincibile.

Lei ha detto che ogni volta che si raggiunge un traguardo, ce ne è un altro subito dopo. Dopo le Olimpiadi quali sono i suoi prossimi traguardi? (sportivi e non solo)

Non ho ancora pensato a quello che accadrà dopo Londra. Nella mia vita mi sono sempre posta gli obiettivi man mano che ero chiamata ad affrontarli. Per adesso penso solo agli Europei di Legnano e soprattutto a Londra.

Che rapporto ha con la sua terra, le Marche e in particolare la città di Jesi? Lo farà crescere qui suo figlio Pietro?

Avendo girato e continuando a viaggiare in tutto il Mondo, ogni volta torno in Italia con la consapevolezza di essere fortunata a vivere nel “BelPaese”. Le Marche poi sono una terra unica, così come Jesi che, tra l’altro, è terra di sport. C’è un legame con Jesi che, ovviamente, mi fa pensare che mio figlio Pietro crescerà qui, almeno fin quando lo vorrà.

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