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35 anni di football, festa al Dorico per i Dolphins: la storia attraverso il ricordo di un veterano

«Il football e lo stare assieme è servito molto ad abbattere le differenze ideologiche allora, ed é molto utile ad eliminare odi razziali e diversità oggi» ha detto il veterano Bargilli

Settimana speciale in casa GLS Dolphins Ancona che stasera festeggerà con una grande cena allo stadio Dorico i propri 35 anni di attività ininterrotta. Unica società italiana di football americano a potersi vantare di questo primato. La cena sarà preparata e gestita dai Veterans, l’associazione degli ex giocatori dei Dolphins e visto che il presidente dell’associazione Carlo Casali ha nominato come portavoce ad honorem dei Veterani Luca Bargilli, che riavvolge il nastro della storia e ripercorre la storia del football anconetano. 

«Negli anni ’80 iniziammo con tanto passaparola. Nelle palestre ed anche tra chi praticava altri sport. Infine qualche manifesto qua e là. Non ci allenava nessuno, facevamo da soli. Io in verità io mi sono inserito un po’ dopo ed eravamo 7-8, ma sì, ci si allenava da soli d’estate nel lungomare di Marcelli e alla Cittadella d’inverno. Poi un nostro amico era andato in vacanza negli Stati Uniti ed aveva comprato una palla da football. Ecco ci allenavamo solo con quella, ma per parlare di società fu indispensabile l’opera di Paolo Pandolfi, al tempo segretario del liceo Classico Rinaldini, poi diventato un diplomatico di fama internazionale. Inoltre all’inizio ci diede una mano il Cus, in particolare le figure di Luigi Dal Cerè e Fabio Fiore. Sì, queste tre persone ed il Cus Ancona sono stati indispensabili per partire ed affiliarci alla federazione di allora, l’AIFA. Partimmo dalla serie B. La svolta arrivò quando prendemmo contatti con la base Nato di Rimini e degli americani iniziarono a seguirci. Da li migliorammo tatticamente e tecnicamente e potemmo presentarci in maniera decente al campionato di serie B del 1984». 

E così il debutto ufficiale dei Dolphins in un campionato federale è marcato 16 settembre 1984, allo stadio JFK di Bologna anche se il risultato non fu dei più fortunati. Il primo touchdown della storia Dolphins fu di Rinaldi. Il 29 settembre la prima vittoria, a Roma, contro i Cannons. A fine stagione il record segno un 4-6-0 (al tempo era in vigore anche il pareggio). La promozione arrivò la stagione successiva. Una serie A che i Dolphins hanno mollato, per scelta della vecchia proprietà e non per essere retrocessi sul campo. Bisognerà attendere gli anni 2000 per rivedere la massima serie. «Sì –afferma orgoglioso Bargilli- Siamo l’unica società ad operare ininterrottamente dall’anno della nascita e questo ci riempie di orgoglio. A me come a tutti i Veterans». 

Veterani e giovani, un connubio solido, quasi indissolubile nel football a differenza di altri sport. «Tanti ex giocatori hanno svolto nel corso di questi anni ruoli di allenatore o dirigenziali. E’ quindi abbastanza normale per noi essere ancora in contatto con i giovani e le nuove problematiche. Su tutte l’abbattimento di ogni diversità. In passato il problema era socio politico perché ritrovavano a giocare assieme ragazzi di diversa estrazione politica che fino a qualche mese prima si rincorrevano a piazza Cavour per darsele. Il football e lo stare assieme è servito molto ad abbattere queste differenze ideologiche allora, è molto utile ad eliminare odi razziali e diversità oggi».

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