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Crac Ancona, Giardini: «Vengono a pontificare ma si dovrebbero solo vergognare»

Il leader dei Cuba ha puntato il dito contro i responsabili del fallimento Ancona. Duro anche l'attacco a Biekar: «Sosteniamola continua ad agire con arroganza»

E' un fiume in piena Eros Giardini. Il presidente dei C.U.B.A. (Clubs Uniti Biancorossi Ancona) è intervenuto a margine della Commissione Sport, che si è tenuta ieri nell'ex sala consiliare di Palazzo del Popolo. Un attacco frontale quello di Giardini, che non ha digerito le parole del presidente Andrea Biekar: «Sono arrivato in Commissione senza voler far nessuna polemica - commenta - ho ascoltato abbastanza annoiato cose che già si sapevano. Nessuno slancio o qualcosa di nuovo, forse non si sono resi conto del momento di drammatica straordinarietà. Ad un certo punto ha preso la parola Biekar, il quale si è messo a pontificare su quello che bisognerebbe fare, dimenticandosi che è proprio Sosteniamola ad aver portato la situazione alla deriva».

Questione marchi. Durante la Commissione il sindaco Mancinelli aveva parlato di «disponibilità del Comune di custodire il marchio per difenderlo e poi riconsegnarlo ai soggetti che vorranno rimettere in piedi la squadra». Ma da dove è iniziato il declino? Sulla risposta Giardini ha le idee molto chiare: «A me dei marchi non importa, neanche di Sosteniamola visto che non ne faccio parte. Loro però sono i primi responsabili del fallimento, con il dramma che è iniziato quando Marinelli ha lasciato in regalo la società ad un gruppo di dilettanti, che poi sono diventati personaggi di se stessi, manager e cultori della dialettica e trasparenza. Tutta una farsa. Io non mi faccio prendere in giro da nessuno, soprattutto da chi viene in Comune a pontificare quando invece dovrebbe nascondersi».

Poi la chiusura proprio su Andrea Marinelli: «La sua decisione di vendere a Sosteniamola ha stupito anche me. Ricordo però che lui mi disse che se i "ragazzi" di Sosteniamola non avessero accettato, lui avrebbe avuto un'altra opzione ovvero mantenere la società al minimo dei costi per poi cercare altri interlocutori. Tutto questo salvamento della patria va un attimo rivalutato con Sosteniamola che avrebbe a quel punto potuto dire di no. Non lo ha fatto ed ora ci ritroviamo in questa situazione».

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