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Marconi si fida della sua Anconitana: «Taglieremo per primi il traguardo della D»

Il presidente biancorosso felice della risalita dei dorici, a un punto dalla vetta: «Gli obiettivi possono essere infiniti, ma bisogna dare supporto morale alla gestione»

«Ci credevo prima, quando eravamo a 6 punti dalla vetta, figuriamoci adesso che siamo a un solo punto. Do appuntamento a tutti ad aprile, quando il cavallo che taglierà per primo il traguardo della D sarà vestito di biancorosso».

Non ha mai perso la fiducia nella sua creatura, Stefano Marconi. L’Anconitana con due vittorie di fila nel 2020 ha quasi annullato il distacco dal primo posto e ora c’è tutto un girone di ritorno per centrare l’obiettivo. «Sono sempre stato fiducioso nei confronti di questa squadra e della possibilità di vincere il campionato - ha detto il presidente biancorosso ai microfoni di Radio Tua -. Le squadre affrontate hanno un livello abbordabile per noi, dunque mi aspetto di vincere da qui in poi perché è quello che dobbiamo fare, a partire da domenica prossima a Grottammare. Siamo l’unica squadra di Eccellenza ad aver dichiarato di volere la D e sono sicuro che ci riusciremo».

Marconi ha parlato di «una campagna acquisti invernale sontuosa» e ha aggiunto che «ora sta all’allenatore e ai giocatori fare la differenza, li ho visti molto determinati e convinti». Poi è tornato sul confronto di quasi un’ora avuto con il tecnico Umberto Marino allo stadio di Fabriano, dopo il match vinto con il SassoferratoGenga: «Mi sono incontrato con lui in forma riservata, non è stato un colloquio acceso, al contrario, è stato molto cordiale. Abbiamo parlato di alcune lacune e dove poter migliorare perché sia io che il mister abbiamo notato che la squadra si è tirata un po’ troppo indietro e non va bene perché noi siamo l’Anconitana e non dobbiamo aver paura di nessuno». Sul futuro, Marconi ha sottolineato che «gli obiettivi possono essere infiniti, ma bisogna dare continuità e supporto alle gestioni, se non economico, almeno morale: stare dall’altra parte della barricata e dire che si ama la squadra, per poi riempirla di insulti, fa molto male. E magari succede che non si dia continuità al progetto». 

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