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Martedì, 23 Aprile 2024
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Oscar green, pura fantasia verde per rilanciare l’Italia

Dalle piante carnivore made in Italy ai prati pret a porter, dal vino di Ulisse agli orti didattici, Coldiretti Giovani Impresa Marche premia l'innovazione in agricoltura

La fantasia verde nell’imprenditoria va sul podio. Anche quest’anno Oscar Green di Coldiretti Giovani Impresa Marche torna per rilanciare 'Il bello dell'Italia', che è la sua missione oltre che il messaggio dell'edizione 2013 ma anche la sua missione. Le imprese under 30 concorrenti porteranno sul podio del premio all'innovazione in agricoltura le eccellenze e la bellezza dei propri prodotti, delle proprie aziende, degli incredibili paesaggi e degli inimitabili territori.

Tra le idee anti-crisi premiate nelle Marche, quella di chi coltiva piante carnivore made in Italy o prepara prati pret a porter, di chi manda avanti la cantina con l’energia geotermica o ha recuperato il vino di Ulisse o insegna ai bambini la campagna con gli orti didattici.
“Un concorso che mira a mettere in luce la grande capacità creativa dei giovani imprenditori agricoli - ha sottolineato la delegata regionale della Coldiretti, Maria Letizia Gardoni – che con le loro idee stanno rendendo concreto un nuovo modello di sviluppo valido per l’intero territorio marchigiano”. Un modo per indicare a tutto il Paese possibili strategie di uscita da una fase di torpore a cui l'agricoltura risponde con la bellezza, la qualità e il talento.

Per la categoria “Stile e cultura d’impresa” la vittoria è andata ad Alessandro Magagnini, della società agricola Fiore dei Fiori di Recanati, che ha lanciato la coltivazione delle prime piante carnivore made in Italy. Una produzione nata inizialmente quasi per scherzo e poi sviluppatasi fino a contare decine di tipi di essenze differenti, molte delle quali autoctone. Sempre il giovane imprenditore recanatese ha presentato anche un prato “pret a porter” che cambia colore a seconda delle stagioni. Una vera e propria “tovaglia” dello spessore di 5-6 centimetri pensata per chi vive in città ma non vuole rinunciare al verde, peraltro resistentissimo grazie alla presenza di un’essenza tipica, il Garofanino di montagna, che Magagnini ha riscoperto e recuperato.

È una cantina completamente ecocompatibile quella realizzata da Nico Speranza, giovane produttore vinicolo e vincitore di “Ideando”, che a un impiego come tecnico in Veneto ha preferito il verde di Monsampietro Morico, nel Fermano. L’energia è assicurata da un impianto geotermico e da uno fotovoltaico, che consentono anche un abbattimento dei costi e delle emissioni di anidride carbonica, mentre rame, zolfo e micro-ossigenazione tutelano la qualità di uve e nettare di Bacco. Viene, invece, direttamente dall’Odissea l’idea di Martina Buccolini di produrre un vino di giuggiole, sulla scorta di quello assaggiato da Ulisse nell’isola dei lotofagi. Un vino che necessita di ben tre anni per essere fatto. Martina, con l’azienda agricola Si.Gi. di Macerata si è aggiudicata il premio “Esportare il territorio”, grazie all’opera di recupero della biodiversità, riportando in vita antiche ricette e frutti scomparsi. Ne sono un esempio le confetture, i sott’olio e le salse vendute in tutto il mondo. Un impegno che l’accomuna a un’altra ragazza, Elisa Cardinali, delle Cantine del Cardinale di Serra de’ Conti, premiata per “Campagna Amica”. Elisa ha puntato tutto su un altro frutto sino a qualche tempo fa dimenticato, la visciola. Da qui è partita per produrre un formaggio di pecora e di capra alle visciole, ma anche una birra, dei dolci (panettoni e colombe comprese), cioccolatini, vino e grappa, seguendo antiche ricette. Un impegno promosso attraverso la vendita diretta nella rete di Campagna Amica della Coldiretti.

Ha fatto il bis Paolo Guglielmi, dell’azienda agricola Il Lago nella valle di Monte San Vito, che per il secondo anno consecutivo si aggiudica la categoria ‘Non solo agricoltura’. Giovane romano che qualche tempo fa ha deciso rinunciare al sogno di fare il broker per mollare tutto e venire nelle Marche per fare l’agricoltore, Paolo è un esempio di fattoria didattica e sociale. L’ultima iniziativa è quella degli orti per bambini, dove seguire il ciclo delle piante dal seme fino alla raccolta del frutto, ma anche costruire giocattoli con legno riciclato, giocare alla “zappa al tesoro”, stampare usando le foglie, seguendo il metodo Montessori. Il legame con il territorio è il valore aggiunto di Giuseppe Chiumenti, premiato per “In filiera” con la sua cooperativa La Marca. Una realtà, quella di Muccia (Macerata) dove viene prodotta pasta fatta con grano maceratese. Venti agricoltori soci che, dinanzi alle speculazioni e alla importazioni di prodotto dall’estero, si sono messi assieme per valorizzare il proprio grano, puntando su qualità e origine. Progetti che stupiscono e affascinano, ma, soprattutto, ridonano fiducia e fanno pensare che finché saremo capaci di reinventarci e rivisitare la nostra tradizione, di sapienza, inventiva e intraprendenza, l’Italia potrà farcela.

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