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Il teatro delle Muse: le origini del nome tra storia e mitologia

Tutti sanno che si chiama così, ma in pochi sanno perché. Un viaggio nella mitologia greca che ha ispirato il principale teatro di Ancona

Quando i grandi del teatro passano per Ancona li trovate là, in quel capolavoro di architettura a due passi dal porto che risponde al nome di Teatro delle Muse. E’ il 13° teatro in Italia in quanto a capienza e ospita ogni anno la stagione lirica. Il teatro, da oltre 1.100 posti, fu inaugurato il 28 aprile del 1827 e venne realizzato in stile noeclassico dall’architetto senigalliese Pietro Ghinelli. Costò 77mila scudi e per la sua grandezza dell’epoca (3mila metri quadrati) costrinse a una rivisitazione dell’assetto urbanistico del centro cittadino. Nell’autunno del 1943, in piena seconda guerra mondiale, il teatro venne bombardato dalle truppe alleate. I danni ne forzarono la sospensione dell’attività. 

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Le nove muse 

Il nome è ispirato alle nove muse che, secondo la letteratura greca, sono le figlie di Zeus e Mnemosine, quest’ultima personificazione della memoria. Un omaggio dunque a  Clio (ispiratrice della storia), Talia (musa della commedia), Eràto (musa della poesia d’amore) , Euterpe (protettrice della lirica), Polinnina (ispiratrice degli inni agli dei e agli eroi), Calliope (musa della poesia epica), Tersicore (ispiratrice della danza), Urania (musa dell’astronomia) e Melpòpene (ispiratrice della tragedia). Tutte le muse sono scolpite nel timpano del teatro, ovvero la parte superiore della facciata di forma triangolare, per mano dell’artista bolognese Giacomo De Maria. Tra loro, e ovviamente a caso, ci sono anche Apollo e Palemone. Il primo rappresenta il dio delle arti, il secondo è appoggiato alla poppa di una nave classica come a simboleggiare la vocazione marinara della città che ospita il teatro. 

Gli artisti 

Le prime opere che ospitò in assoluto furono “l’Aureliano in Palmira” e “Ricciardo e Zoraide”, entrambe di Rossini e portate in scena dalla soprano romana Violante Camporesi. Negli anni più recenti, il Teatro ospitò artisti del calibro di Nino Taranto, Renato Rascel, Vanda Osiris, Totò. E’ però quello di Franco Corelli il nome a cui gli anconetani legano con affetto il principale teatro cittadino. Luciano Cirilli Fioravanti, tenore e allievo dello stesso Corelli, ha spiegato che il teatro è in realtà intitolato “in pectore” al grande artista anconetano. 

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