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“Cavallo Pazzo” e le regole del social genuino: «Instagram ha un suo galateo»

«E' inutile tentare la scalata solo con i grossi numeri. Molti parlano del nulla, ma se non hai nulla da dire è meglio che stai zitto»

Regola numero uno, quella da cui poi partono tutte le altre: «Se non hai nulla da dire, stai zitto». Regola numero due: «Non comprare like, perché è inutile avere grandi numeri se poi ci sono zero interazioni. Si vede benissimo quando vuoi apparire senza essere». A parlare è Alessandro Bordoni, 33 anni di Falconara, conosciuto su Instagram (e non solo) come “Cavallo Pazzo”. Il nomignolo non inganni, Alessandro i suoi 75mila followers se li è guadagnati seguendo quello che chiama il galateo del popolare social network. «Coltivo la vera essenza del social, quella che porta a incontrarsi dal vivo, interagire, conoscersi». L’esempio che spiega come tutto questo è possibile risale allo scorso week end: «Con la mia ragazza siamo stati a Firenze ma non avevamo organizzato un itinerario. Mi è bastato postare che saremmo andati là, chiedere chi era libero per un caffè e ci siamo ritrovati a girare tutta la città con quattro persone. Abbiamo conosciuto anche una donna che tifa per la Fiorentina, come me, domenica vediamo la partita allo stadio e poi andremo alla festa di compleanno di Batistuta in piazza della Signoria. Questo è l’uso genuino che intendo». In pratica Alessandro non fa altro che rispettare e mettere in pratica lo spirito dei vecchi “Instameet”, gli incontri organizzati dagli instagramers finalizzati a conoscersi di persona. Gli stessi ai quali si presentava con una maschera da cavallo sulla testa da buon "cavallo pazzo": «Il nome deriva da quando ho iniziato a giocare a calcio sulla fascia con i capelli lunghi, oggi mi conoscono tutti così».

L’amore per (e con) la fotografia 

«Mi sono iscritto ad Instagram nel 2012, eravamo un gruppo di amici con la passione della fotografia anche se io non avevo mai preso una reflex in mano e scattavo perlopiù con il cellulare- racconta Alessandro, che di professione fa l’impiegato in uno studio commerciale- da quel momento ho iniziato a condividere le foto dei posti che amavo e amo tuttora come la nostra riviera. Le immagini hanno iniziato a girare, tanti mi chiedevano dov’era quello specifico posto». Il passo successivo sono stati i blog tour, in uno dei quali Alessandro ha conosciuto la donna che oggi è la sua fidanzata, Laura Manfredi, web editor di successo. Tra i tour a cui è più affezionato c’è quello del 2016 in Salento: «Si chiamava “Salento up&down e gli organizzatori avevano chiamato utenti da tutto il mondo. In diverse tappe abbiamo raccontato per immagini i posti che abbiamo visitato ed eravamo ospitati in hotel e ristoranti in cambio di pubblicità. In quell’anno ho guadagnato circa 50mila followers, ma perché giravo parecchio». Negli anni Alessandro ha vantato collaborazioni con brand come E-bay, Daniel Wellington, Best Western o enti istituzionali come la Regione Marche. 

Instagram non è fotografia 

“Cavallo Pazzo” non si definisce influencer, né tantomeno fotografo: «Sono un instagramer nel senso più semplicistico. Non vorrei offendere chi di foto ne capisce davvero, anche perché esistono parecchi fotografi che si stanno affacciando su Instagram ma conoscono poco il mondo social e hanno difficoltà ad emergere al contrario di altri che non hanno basi di fotografia. Io cerco di raccontare qualcosa attraverso le immagini, ma con un commento che quasi mai è collegato a quello scatto. Creo interazione ma non commenti tipo il solito ‘bellissima foto’. Mi piace interagire con il follower, conoscersi perché il vero social serve a questo. Molti mi contattano per chiedermi come si fa ad avere più followers, quali sono i trucchi e io rispondo sempre con una domanda: ‘ tu cosa hai da dire?’ e spesso non ho risposta. Se non hai nulla da comunicare è inutile tentare la scalata solo con i numeroni, anche perché Instagram è saturo ed è difficile emergere. Molti parlano del nulla, ma se non hai nulla da dire è meglio che stai zitto». Insomma, interazioni vere prima di tutto. Il successo un numeri è una conseguenza.
 

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