L'Arco Clementino, il monumento anconetano che diventa un cannocchiale sulla città
Eretto nel 1738 con l’intento di creare una porta monumentale che nobilitasse “l’accesso alla città e allo Stato Pontificio agli occhi dei mercanti stranieri appena sbarcati”
L’Arco Clementino rappresenta una delle testimonianze del periodo dorico dell’architetto Luigi Vanvitelli. Dedicato a Papa Clemente XII che, nel '700, volle dare nuovo impulso all’economia della città con l’istituzione del porto franco. Così incaricò dunque l’architetto Luigi Vanvitelli dell’ammodernamento delle strutture portuali. Attraverso il profilo Instagram del Comune di Ancona, si legge come il monumento in questione sia stato eretto nel 1738 con l’intento di creare una porta monumentale che nobilitasse “l’accesso alla città e allo Stato Pontificio agli occhi dei mercanti stranieri appena sbarcati”, l’arco segna l’attacco del nuovo molo a quello antico di epoca traianea.
Caratteristiche del monumento
Di ordine dorico, presenta due fronti differenti. In quello rivolto verso il mare, in pietra d’Istria, l’arco, a tutto sesto, è inquadrato da colonne con sovrapposta trabeazione adorna di conchiglie. Quello rivolto verso la città presenta invece un parametro di mattoni a vista, come la cinta muraria del camminamento in cui è inserito il Corridore. Sopra l’attico doveva essere collocata la statua di Clemente XII, scolpita a Roma da Agostino Cornacchini, attualmente situata in piazza del Plebiscito.
Il particolare
Se lo si osserva, immedesimandosi nel navigante appena sbarcato, l’Arco Clementino funziona come cannocchiale visivo verso la città: un punto di vista privilegiato che, attraverso la sua arcata, inquadra l’Arco di Traiano e la cattedrale di San Ciriaco.