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Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

Prestiti richiesti per curarsi, Marche al secondo posto in Italia. Codici Ancona: «Situazione inaccettabile»

I dati emersi da un'indagine di "facile.it" e "prestiti.it", che evidenzia come nel 2023 il 5,14% dei finanziamenti richiesti nella nostra regione è stato per coprire costi legati alla salute, in aumento rispetto a dodici mesi prima

ANCONA – L'accesso alle cure mediche diventa sempre più un ostacolo per i cittadini marchigiani. È quanto emerge da un'indagine di Facile.it e Prestiti.it, che evidenzia come le Marche siano la seconda regione in Italia per richieste di prestiti personali destinati a pagare le cure mediche. Il report si base su oltre 8.000 richieste di prestiti personali raccolte online dal 2022 al 2023 da utenti residenti nella nostra regione, sulla base dei dati raccolti tra il 5 e il 7 settembre 2023 su un campione di 1.011 individui in età compresa tra 18 e 74 anni, rappresentativo della popolazione italiana residente sull'intero territorio nazionale. Nel 2023, il 5,14% dei finanziamenti richiesti nella regione è stato per coprire costi legati alla salute, con un aumento di quasi il 7% rispetto al 2022. La media nazionale si attesta invece al 4,70%.

I cittadini marchigiani sono costretti a indebitarsi per curarsi. L'importo medio dei prestiti richiesti è di 5.659 euro, a dimostrazione della gravità della situazione. Le lunghe attese per le prestazioni sanitarie nel sistema pubblico (circa 81 giorni al Centro Italia, secondo un'indagine di Facile.it e mUp Research) spingono i cittadini a rivolgersi alla sanità privata, con costi che non tutti possono permettersi. Dall'analisi emerge che il 45,4% delle richieste di prestito per spese sanitarie proviene da donne, una percentuale nettamente superiore alla media generale (30,3%).

«Una situazione inaccettabile» denuncia Massimo Guido Conte, segretario di Codici Ancona, associazione di consumatori ed utenti impegnata ad affermare, promuovere e tutelare i diritti dei cittadini, con particolare riferimento alle persone più indifese ed emarginate. «Le autorità regionali devono intervenire per ridurre i tempi di attesa nella sanità pubblica e rafforzare le strutture pubbliche, che stanno progressivamente smantellate. Non è possibile che i cittadini siano costretti a indebitarsi per curarsi». Da qui, la richiesta di un piano strategico volto a ridurre i tempi di attesa della sanità pubblica sulla quale si rendono necessari maggiori investimenti, ed un sostegno economico per le famiglie che non possono permettersi cure mediche, per fare in modo che quello alla salute resti un diritto, non un lusso.

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