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Salute

Intelligenza artificiale in reparto, arriva Estrabot: il robot che sente le emozioni

Sa cantare, ballare e spiegare ai piccoli pazienti quali sono le operazioni da compiere durante le visite in ambulatorio. Debutterà nelle visite spirometriche

Sa rappare, è in grado di ballare sulle note di “Ai se eu te pego!” con tanto di mosse alla Michel Telò e rispondere alle domande che gli vengono poste. Estrabot però è anche un po' infermiere, perché con la sua voce campionata nelle due lingue programmate (se attivate tutte potrebbe parlarne ben 19) spiega al bambino cosa fare durante una visita spirometrica o lo tranquillizza grazie all’algoritmo che permette di leggerne lo stato d’animo. Estrabot è un robot umanoide figlio del progetto Robot Therapy della Fondazione Ospedale Salesi e del sostegno di Estra Prometeo,  che nei prossimi giorni farà amicizia con i pazienti dell’ambulatorio di spirometria per poi passare in chirurgia e in oncologia dopo l’estate. Il programmatore Giuliano Fattorini, docente di meccatronica e responsabile del progetto, ha presentato l’umanoide in anteprima davanti al direttore generale dell’Azienda Ospedali Riuniti Michele Caporossi, al presidente di Estra Prometeo Marco Gnocchini e al direttore operativo della Fondazione Salesi, Carlo Rossi. Allo sviluppo del software parteciperanno anche due scuole, l’Itis Marconi di Jesi e l’istituto comprensivo Faa’ di Bruno di Marotta. 

«Ciao sono Estrabot»

L’umanoide è alto 60 centimetri, costa 7.000 euro (software escluso) e verrà utilizzato progressivamente in tutti i reparti della pediatria: «Partiremo dall’accoglienza con l’accompagnamento dei bambini alle prestazioni medico ambulatoriali pero poi arrivare alla preparazione dell’intervento chirurgico- ha spiega Carlo Rossi- i genitori possono fermarsi alla camera di degenza del bambino, il robot potrà accompagnarlo fino in camera preoperatoria». Estrabot è un sistema open-source, vuol dire che tutto quello che fa è frutto di un software di programmazione modificabile a seconda delle esigenze. Inizialmente stabilisce un contatto visivo con chi parla: «Ha un algoritmo visivo talmente potente che può captare le emozioni. In base a quelle emozioni vengono combinate diverse variabili e il robot da vita a determinati comportamenti» ha spiegato Fattorini. Basta salutarlo o fargli delle domande con voce chiara e squillante ed è lui stesso a rispondere frasi del tipo: “Amo far divertire i giovani pazienti del Salesi”. Estrabot però può anche porre delle domande a sua volta e se al quesito “Come stai?” il bambino risponde di non sentirsi bene, lui lo incoraggia: “Tirati su di morale, ora ci sono anche io ad aiutarti”. Fin qui è bon ton, ma il prototipo ha anche funzioni ambulatoriali: può spiegare al paziente passo per passo cosa succede e cosa fare durante una visita: “Prendi tanta aria, ora soffiala tutta nel boccaglio, non temere, adesso ripeteremo l’esame” sono altre delle frasi del suo campionario. 

«Riproponiamo l’effetto E.T. che si è sviluppato nella psicologia pediatrica, cioè quello di poter sognare insieme al fratello che non hai o all’amico diverso da te- ha detto Michele Caporossi- la diversità è una ricchezza e proprio nella diversità dell’umanoide il bambino si immedesima non solo per giocare ma essere accompagnato in un ambiente che non viene più visto come spazio sanitario ma un posto che ospita una parte della propria vita». Il progetto è sostenuto dall’azienda municipalizzata Estra Prometeo: «E’ il frutto di un lavoro di rete con le migliori eccellenze del territorio ma non finisce qui, perché ora servirà sostegno nella formazione e nello sviluppo che il robot avrà nelle interazioni con il personale. Noi ci saremo» ha commentato Gnocchini. Presenti anche il dirigente dell’Itis Marconi, Corrado Marri: «Abbiamo selezionato i nostri ragazzi e loro, seguiti da un tutor del Salesi, programmeranno il robot sulla base delle esigenze specifiche indicate dal personale dell’ospedale». Stesso supporto dal comprensivo Faa’ di Bruno: «Il nostro laboratorio di robotica educativa farà da contesto per le attività che Estrabot dovrà mettere in atto nel rapporto con i bambini» ha spiegato la dirigente Silvia Faggi. 

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