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Camera iperbarica, il primario non ci sta: «Non idonea ai pazienti più gravi»

Continua il botta e risposta tra l'ospedale regionale di Torrette e il Centro Iperbarico di Fano sulla gestione della struttura di ossigeno terapia

Camera Iperbarica nelle Marche, continua il botta e risposta tra Torrette e il Centro Iperbarico di Fano. Il primario di neuroanestesia dell'Azienda Ospedali Riuniti, Pietro Paolo Martorano, ha replicato alla dottoressa Barbara Carolni, direttore sanitario della struttura fanese. Al centro della vicenda c'è un dato di fatto: la mancanza della camera iperbarica negli ospedali pubblici marchigiani evidenziata dallo stesso Martorano durante un'intervista. La Carloni aveva già risposto alla prima dichiarazione di Martorano, il quale durante un'intervista aveva sostenuto che "Nelle Marche non siamo messi benissimo poiché c'è solo un centro privato di ossigenoterapia iperbarica con tutti i limiti legati alla gestione non h24". Parole su cui la stessa direttrice ha voluto dire la sua, replicando che il Centro è attivo in qualunque giorno e orario grazie a una specifica convenzione con la Regione. La palla è passata dunque di nuovo a Martorano, che ha risposto tramite una nota. 

«Mi preme sottolineare che non è stata mai da me negata la presenza di una camera iperbarica nelle Marche ma ho solo fatto riferimento alla mancanza negli Ospedali Pubblici marchigiani- ha spiegato Martorano- il senso della dichiarazione,  che non  intendeva assolutamente porre in discussione  l’ attività dei componenti l’Equipe Iperbarica del centro privato Fanese, era rivolto piuttosto ad un aspetto organizzativo non di scarso rilievo sotto un triplice profilo». L'attenzione di Martorano si sposta dunque su alcuni aspetti: «A mio parere, nonostante l’ammirevole abnegazione di tutti i componenti dell’Equipe Fanese sempre reperibili telefonicamente anche al di fuori dell’orario di servizio (Il centro, secondo quanto riscontrabile sul suo sito web, segue normalmente un orario di tipo ambulatoriale  8.30-12.30   14.30 – 18.00, mezza giornata il sabato e chiuso la domenica), questo tipo di organizzazione non è confacente le necessità’ di urgenza/emergenza di una fascia di potenziali pazienti più  gravi, obbligatoriamente afferenti ad un DEA di II°Livello  qual è l’Azienda Ospedali Riuniti, unico riferimento regionale per il Trauma Maggiore. A riprova la legge Regionale 30/10/98 n°36 che sancisce la presenza di un Centro Iperbarico all’interno,( e non in ambito chilometrico) dei DEA di II Livello. Tale categoria di pazienti spesso non è trasportabile per le condizioni cliniche estremamente instabili e laddove trasferibile non potrebbe giovarsi, in caso di improvvisa insorgenza di complicanze, di personale Medico Specialistico come potrebbe avvenire in ambito ospedaliero». Ultimo chiarimento, scrive Martorano, riguarda l’affermazione della Carloni “La stessa Regione Marche ha ottenuto significativi risparmi in particolare sul servizio emergenze”: «Questa affermazione è apodittica in quanto non verificata. Sarebbe probabilmente utile rivalutare l’intera questione alla luce del nuovo Piano Sanitario Regionale».

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